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Virus respiratorio sinciziale, ecco le misure da adottare nei neonati

Nasce l’Alleanza per un’Infanzia libera dall’RSV. Un invito a promuovere immunoprofilassi nel primo anno di vita

06/03/2024
Crediti iStock - Il senso materno dipende da una proteina

Prevenire le conseguenze del contagio da RSV virus respiratorio sinciziale nei primi mesi di vita dei bambini è una priorità per la sanità pubblica. I dati evidenziano che ogni anno in Italia l’ondata epidemica sostenuta da questo agente eziologico porta a oltre 15mila ricoveri ospedalieri di bambini nel primo anno di vita, con esiti talvolta fatali. A livello globale, l’RSV è la principale causa di emergenza per infezioni respiratorie nei neonati.

 

Fortunatamente, grazie ai progressi della medicina, ora possiamo contare anche in Italia su una immunoprofilassi passiva di nuova generazione. La sicurezza ed efficacia degli anticorpi monoclonali, e il loro impiego come strumento di prevenzione dell’RSV sono stati ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica.

 

Alleanza per l’RSV

In questo senso è stato presentato a Roma il Manifesto dell’Alleanza per l’RSV, un documento che segna una presa di coscienza della gravità della malattia, e che impegna la collettività a promuovere una strategia di immunizzazione universale in tutti i bambini nel primo anno di vita. Il manifesto è frutto di un percorso condiviso tra società scientifiche, associazioni e istituzioni per un cambio di paradigma nei riguardi di questa epidemia strisciante, un fenomeno che dopo il Covid è diventato di scottante attualità.

 

Secondo Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia, SIN, è importante tutelare la salute dei neonati assicurando loro le migliori opportunità, evitando disparità tra le diverse regioni d’Italia. L’impiego di anticorpi monoclonali di nuova generazione può offrire straordinari vantaggi, tra cui la protezione immediata con una singola somministrazione e la riduzione dell’incidenza di infezioni gravi, con conseguente minor necessità di ricoveri ospedalieri e riduzione dei costi sanitari.

 

Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di pediatria, SIP, sottolinea da parte sua l’importanza di offrire uno scudo ai bambini con i presidi attualmente disponibili per la fascia di età più a rischio di contrarre il virus respiratorio sinciziale. Data l’assenza di una terapia efficace per questa patologia, si giustifica appieno l’adozione di misure per una copertura anticorpale con soluzioni che hanno dimostrato di ridurre significativamente il carico della malattia e di cambiare il suo corso naturale.

 

Abbattere il rischio contagi

Prevenzione e immunoprofilassi segnano un importante passo avanti nella lotta contro il virus respiratorio sinciziale. L’impiego di anticorpi monoclonali, è stato affermato nel corso di un incontro in Senato, può aiutare a ridurre il numero di ricoveri ospedalieri e le complicanze legate all’RSV, proteggendo così la salute dei neonati, oltretutto riducendo l’impatto sul sistema sanitario nazionale.

 

È auspicabile che le autorità sanitarie, e anche i genitori, siano al corrente degli strumenti utili ad abbattere il rischio di contrarre l’RSV. Investire nella prevenzione è la chiave per preservare la salute nell’infanzia e garantire una rete assistenziale più efficiente e sostenibile, ha osservato Fabio Midulla, Past President della Società italiana di malattie respiratorie infantili (SIMRI). Ne consegue che è opportuno incoraggiare gli operatori sanitari a promuovere una immunoprofilassi passiva su larga scala, una pratica che, secondo esperienze recenti in Europa, ha dimostrato sul campo di ridurre ampiamente l’impatto del contagio da RSV.

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