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Torna a camminare dopo 5 anni con un neurostimolatore midollare

Al San Raffaele di Milano il primo intervento di questo tipo eseguito in Italia. La paziente è una giovane donna

18/06/2023 - di Maurizio Maria Fossati

Non è fantascienza, ma una fantastica conquista della scienza medica alleata alle più moderne tecnologie. Una donna di 32 anni, che era stata vittima di un incidente sportivo che le aveva causato una lesione midollare con la conseguente paralisi degli arti inferiori, dopo 5 anni di immobilismo ha potuto alzarsi e fare i primi passi grazie a un impianto di un neurostimolatore midollare. L’innovativo intervento che ha permesso alla giovane donna di recuperare le funzioni motorie è stato eseguito all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano da un team di neurochirurghi d’eccellenza guidato da Pietro Mortini, primario di Neurochirurgia e professore ordinario presso l’Università Vita-Salute del San Raffaele.

 

Ma oltre a microscopi e bisturi è stato necessario anche l’impegno di elettronica e tecnologie raffinatissime. Il risultato, infatti, è stato possibile grazie alla collaborazione con un gruppo di ingegneri dell’Istituto di Biorobotica de La Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, diretto da Silvestro Micera. Si tratta del primo intervento di questo tipo eseguito in Italia. E il risultato eccezionale sta nel fatto che la paziente è già in grado di mantenere la posizione eretta e di camminare con l’aiuto di un deambulatore. Peraltro il percorso riabilitativo è cominciato, organizzato da Sandro Iannaccone, primario dell’Unità di Riabilitazione Disturbi Neurologici Cognitivi-Motori. «Stiamo conducendo un protocollo di ricerca clinica avanzata – spiega il professor Mortini – coordinato dal mio collaboratore, Luigi Albano, al termine del quale questo intervento potrebbe entrare nella pratica clinica corrente, offrendo una soluzione terapeutica ai pazienti con lesioni midollari».

 

Un programma ambizioso e di grande impatto sociale, ma siamo solo all’inizio di una grande impresa. Questo protocollo, infatti, è parte di un programma di ricerca avanzata che l’Università Vita-Salute del San Raffaele e l’Ospedale hanno attivato congiuntamente per sviluppare terapie innovative che possano curare le deficienze funzionali del sistema nervoso centrale. In pratica saranno la microchirurgia e l’elettronica a rimpiazzare i “guasti” del sistema nervoso. E ribadiamo che non è fantascienza: il primo passo è già stato fatto. «Il prossimo passo – aggiunge – sarà trattare anche le lesioni del midollo spinale determinate da malattie neurodegenerative, come la sclerosi multipla, nei pazienti che verranno reclutati dall’Unità di Neurologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta da Massimo Filippi».

 

Il dispositivo impiantato in questo primo intervento si compone di due parti: un supporto biocompatibile per 32 elettrodi che viene inserito nello spazio epidurale della colonna vertebrale, e un generatore di impulsi (una sorta di pacemaker) inserito sotto la pelle a livello dell’anca. Gli impulsi vengono erogati al midollo spinale da dove poi transitano ai nervi e ai muscoli. L’impianto del dispositivo è avvenuto in circa 3 ore, attraverso un delicato intervento neurochirurgico mininvasivo eseguito in monitoraggio neurofisiologico continuo. Il pacemaker è stato poi programmato per garantire l’attivazione coordinata di tutti i muscoli necessari alla deambulazione sotto il controllo della paziente.