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Miopia, anche lo stile di vita è importante

I suggerimenti dei medici: aria aperta, alimentazione corretta e ridurre l’utilizzo dei dispositivi elettronici e degli schermi

23/01/2023 - di Gloria Ciabattoni

La miopia è un disturbo della vista che solo in Italia interessa 15 milioni di persone e che, secondo l’OMS, riguarderà il 50% della popolazione mondiale entro il 2050. Chi è miope vede bene da vicino, ma percepisce in modo sfocato da lontano e a media distanza. Trascurare questo problema significa rischiare addirittura il glaucoma.

 

«Proteggere l’apparato visivo è fondamentale, ma in Italia manca la cultura della prevenzione e ancora troppi sottovalutano i rischi correlati alla progressione delle miopie, e le molteplici complicanze, come un aumento del rischio di patologie oculari tipo la cataratta, il glaucoma e le affezioni retiniche», ha affermato Danilo Mazzacane, medico specializzato in Oftalmologia, vicepresidente della Commissione Difesa Vista Onlus. Che aggiunge: «Dobbiamo rafforzare i servizi territoriali a difesa della vista con più screening e educazione sanitaria che parta dalle scuole e dai più giovani».

 

L’importanza di stare più tempo all’aria aperta, ma anche una corretta alimentazione e regolamentare l’utilizzo di dispositivi elettronici e schermi, sono le principali raccomandazioni di Mazzacane. Che ammonisce: «Anche con una vista di 10 decimi possono esserci altre patologie, come la retinopatia diabetica, non ancora manifeste, quindi è fondamentale sottoporsi a screening visivi e, se necessario, a successivi esami oculari».

 

E proprio i giovanissimi sembrano essere i più a rischio: studi epidemiologici sulla popolazione europea mostrano che la prevalenza della miopia all’età di 9 anni è già del 12%. Aumenta al 18% circa a 15 anni e raggiunge il 24% in età adulta. Una patologia che può essere stata aggravata dal lockdown, e causata dalle troppe ore passate al chiuso e di fronte allo schermo del cellulare o al monitor del pc.

 

È quanto affermano in Inghilterra gli optometristi membri del College of Optometrists che su BBC Health denunciano di trovarsi di fronte a un sensibile aumento delle diagnosi di miopia nei bambini dall’inizio della pandemia, causa l’eccessivo tempo passato davanti agli schermi in casa, la didattica a distanza e lo scarso tempo trascorso all’aperto.

 

«L’incidenza maggiore è nelle femmine», spiega Grazia Pertile, direttore dell’Unità Operativa di Oculistica dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negar (Verona). Nel caso in cui si tratti di miopia acquisita (e non di tipo ereditario), due i consigli principali: «far stare almeno un ora al giorno i bimbi all’aria aperta, perché questo costringe l’occhio a utilizzare anche il campo visivo periferico, cosa molto importante, considerando che passano 6-8 ore al chiuso sui banchi di scuola», spiega Pertile.

 

Inoltre «utilizzare cellulari, pc e tablet, così come i libri, a distanza maggiore di 30 cm dagli occhi». Non è però solo la miopia che i genitori dovrebbero temere. Obiettivo, portare dall’oculista le tantissime persone che non ci sono ancora mai andate.

 

Vista a rischio con la degenerazione maculare

 

miopia

 

La degenerazione maculare dovuta all’età è una delle patologie più gravi che colpiscono l’occhio: l’area centrale della retina (‘macula’) determinante per riconoscere i volti, i colori, leggere e guidare, risulta progressivamente danneggiata. La maculopatia interessa il 35 per cento degli over 70 e può portare alla perdita della vista: è la principale causa di grave disabilità visiva tra gli anziani nei paesi ad alto reddito.

 

In Europa colpisce circa 67 milioni di persone, e Italia ci sono circa un milione di pazienti affetti da degenerazione maculare legata all’età: circa 850.000 con la forma atrofica (secca), e circa 150.000 affetti dalla forma essudativa (umida), il cui decorso si può frenare con delle iniezioni intravitreali. Invece per la forma non neovascolare o secca, che riguarda circa l’80-85 per cento dei casi, non vi sono al momento terapie che ne blocchino la progressione e l’irreversibilità.

 

Tuttavia sono in atto nuovi studi esplorativi, in particolare un trattamento laser per bloccare proprio quella la forma secca che solitamente viene definita inguaribile. Ma c’è anche un’altra speranza, che arriva da farmaci contro il diabete e per combattere il colesterolo, che riducono il rischio di degenerazione maculare senile.

 

Lo rivela un ampio studio pubblicato sul British Journal of Ophthalmology e condotto da Matthias Mauschitz dell’Università di Bonn, secondo il quale la malattia è dal 15 al 22 per cento meno frequente tra coloro che assumono questi farmaci con regolarità.

 

I ricercatori tedeschi hanno riunito i risultati di 14 studi (che hanno coinvolto 38.694 persone) facenti parte di una rete paneuropea il cui scopo principale è sviluppare e analizzare grandi insiemi di dati per approfondire la comprensione delle malattie oculari e della perdita della vista.

 

I partecipanti avevano tutti oltre i 50 anni e assumevano almeno uno dei seguenti tipi di farmaci: per abbassare il colesterolo, ad esempio le statine; per controllare il diabete anche l’insulina; antinfiammatori non steroidei; e la levodopa, usata per trattare i disturbi del movimento causati da malattie neurodegenerative.

 

L’analisi dei dati raccolti ha mostrato che i farmaci contro il colesterolo o per il controllo del diabete erano associati, rispettivamente, a una riduzione del numero di pazienti con maculopatia del 15% e del 22%. Gli altri farmaci studiati non hanno mostrato di essere protettivi.