Difendiamo i più piccoli dai rischi ambientali già a partire dallo svezzamento
Dopo un’estate con meno restrizioni e meno mascherine, ma anche con varianti Covid che hanno colpito grandi e piccoli, si avvicina l’incognita del prossimo anno scolastico. «Prevenire è meglio che curare, quindi, se avete dei figli, vaccinateli – afferma la pediatra Ambrogina Pirola, Pediatria in gruppo di Muggiò (MB) –. Una vaccinazione di massa anti-Covid dell’infanzia è indispensabile per proteggere i bambini, bloccare la catena di contagi in famiglia e nella società. E non dobbiamo dimenticare – continua – che le forme gravi sono sempre possibili a qualunque età, come la cosiddetta Sindrome infiammatoria multisistemica Covid-correlata, tipica nelle fasce d’età più giovani. Quindi, assieme alle vaccinazioni convenzionali, anche quella anti-Covid può contribuire a una vita più sana e serena del bambino e dei suoi familiari».
«Fate attenzione anche all’ambiente in cui vivete – aggiunge Patrizia Picco, sempre della Pediatria in gruppo di Muggiò (MB) –. Oggi è anche possibile ‘ammalarsi d’ambiente’ o a causa di uno stile di vita sbagliato. Inquinamento e fumo di sigaretta sono tra i maggiori colpevoli. Attenti quindi a non portare a spasso i bambini nelle strade piene di traffico. Soprattutto se sono ancora nel passeggino e ’dal basso’ respirano tutti i gas più velenosi. E attenti anche a non fumare nelle abitazioni. Infatti, se è scientificamente provato che ci sono più bambini con affezioni respiratorie in città che in campagna, è altrettanto vero che i figli dei fumatori hanno maggiore incidenza di malattie respiratorie e soffrono più frequentemente di otite rispetto ai figli dei non fumatori».
«Pensate – sottolinea la dottoressa Pirola – che l’ambiente in cui viviamo e lo stile di vita possono addirittura modificare il comportamento dei nostri geni. È noto che l’inquinamento ambientale possa determinare la comparsa di un tumore, mentre una cattiva alimentazione può condurci al diabete, Ma non solo. Oggi sappiamo che gli inquinanti esterni possono determinare il ‘malfunzionamento’ dei geni del bambino, o agire sulle madri in gravidanza facendo trasmettere questi malfunzionamenti anche ai loro figli. Si chiama ‘epigenetica’ lo studio dei meccanismi molecolari con i quali l’ambiente altera l’attività dei geni senza tuttavia modificare le sequenze di DNA. Purtroppo, le sollecitazioni esterne sono in grado di indurre modifiche soprattutto nelle prime fasi della vita, quando l’organismo è in via di sviluppo. Malattie croniche e disturbi del neurosviluppo possono quindi già innescarsi nell’infanzia come conseguenza di alterazioni del funzionamento dei geni sottoposti a situazioni non favorevoli». I primi due anni di vita sono il periodo fondamentale per “costruire” il benessere del futuro adulto.
«Perché i bambini non perdano i benefici della vita e dei giochi all’aria aperta – spiega Cristiana Francesia, psicologa clinica e dello sport, Centro Pertini di Cornaredo, MI – dobbiamo cominciare a pianificare le attività sportive dell’autunno-inverno. È importante che sia il bambino a indicare le sue preferenze sulla disciplina da scegliere. Lo sport è palestra di vita, è formazione. La sua pratica, sia individuale che di squadra, contribuisce allo sviluppo armonico del fisico, alla crescita delle abilità sociali e all’apprendimento del modo migliore di esprimere le proprie emozioni. Il confronto tra pari aiuta a formare carattere e consapevolezza».