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La colazione è il pasto più importante? Occhio all’orario

Chi consuma la colazione prima delle 8 del mattino corre un rischio minore di sviluppare il diabete

25/08/2023
Crediti iStock - Colazione e orario

La genetica, l’attività fisica e una dieta sana sono tutti fattori che entrano in gioco nel favorire o scongiurare il diabete, ora uno studio dell’Institute for Global Health di Barcellona evidenzia un’altra variabile, legata all’orario in cui si consuma il primo pasto della giornata, per molti quello più importante, la colazione. La ricerca, che ha coinvolto più di 100.000 partecipanti, ha scoperto che fare colazione dopo le 9 aumenta il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 del 59%, rispetto a quando la si fa prima delle 8. 

 

Diabete di tipo 2

Il diabete di tipo 2 è una condizione cronica che si verifica quando il corpo sviluppa insulino-resistenza, una condizione in cui le cellule del corpo diventano meno sensibili all’azione dell’insulina, un ormone prodotto dal pancreas che aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue. Il che vuol dire che nelle persone con insulino-resistenza, le cellule hanno difficoltà a rispondere all’insulina in modo efficace e ciò porta ad un aumento dei livelli di zucchero nel sangue. Di conseguenza possono emergere gravi problemi di salute, come patologie cardiache e renali e perdita della vista.

 

Nuovo fattore di rischio

Fattori di rischio del diabete di tipo 2 sono ritenuti da tempo una dieta disordinata, l’inattività fisica e il sovrappeso. Ora sappiamo che potrebbe dipendere anche dalle nostre abitudini, dai nostri orari. “Sappiamo che il momento dei pasti svolge un ruolo chiave nella regolazione dei ritmi circadiani e del controllo del glucosio e dei lipidi, ma pochi studi hanno investigato la relazione tra il momento dei pasti o il digiuno e il diabete di tipo 2”, ha detto Anna Palomar-Cros, ricercatrice dell’ISGlobal e prima firma dello studio.

  

Ritmi circadiani 

L’incidenza è risultata più alta tra le persone che hanno fatto colazione dopo le 9 – o che l’hanno saltata del tutto – rispetto a coloro che hanno mangiato prima delle 8. Esiste dunque un’associazione tra dieta e ritmi circadiani quando si tratta del rischio di diabete di tipo 2 e di altre malattie croniche. I nostri ritmi circadiani seguono un ciclo di 24 ore, influenzando le abitudini alimentari, la digestione, il metabolismo e la nutrizione. “Biologicamente, questo ha senso, poiché, com’è noto, saltare la colazione influisce sul controllo del glucosio e dei lipidi, così come i livelli di insulina”, ha spiegato ancora Palomar-Cros. 

 

Mangiare tra le 8 e le 19

Il team di ricerca, inoltre, ha scoperto che i partecipanti che avevano l’abitudine di cenare tardi (dopo le 10 di sera) avevano un rischio maggiore, mentre coloro che mangiavano più frequentemente (circa cinque volte al giorno) avevano una minore incidenza della malattia. Al contrario, il digiuno prolungato era associato solo a un minore rischio di diabete nei partecipanti che facevano una colazione anticipata (prima delle 8 del mattino) e una cena anticipata. “I nostri risultati suggeriscono che un primo pasto prima delle 8 del mattino e un’ultima cena prima delle 7 di sera possono contribuire a ridurre l’incidenza del diabete di tipo 2”, ha concluso Manolis Kogevinas, ricercatore dell’ISGlobal e co-autore dello studio. In effetti, lo stesso team dell’ISGlobal aveva già fornito prove sull’associazione tra una cena anticipata e un minor rischio di cancro al seno o alla prostata.

 

Orologio biologico

Da un’indagine del 2017 del Dipartimento di Chirurgia Generale dell’Università di Gazi in Turchia emergeva che il nostro orologio biologico si sincronizza con i nostri cicli quotidiani e i nostri schemi di alimentazione. Programmare gli orari dei pasti e farli alla stessa ora ogni giorno può aiutare a regolare i nostri ritmi circadiani. Per contro, interrompere o modificare il programma dei pasti tende ad aumentare il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari. In una dieta circadiana, le persone mangiano entro una finestra di 12 ore, tra le 7 e le 19, e digiunano per le altre 12 ore (compreso quando dormono). “In generale, le persone affette da diabete trarrebbero beneficio dal miglioramento dei livelli di glucosio nel sangue mantenendo l’orario dei pasti su un programma regolare e mirando a mangiare circa la stessa quantità di carboidrati a ogni pasto”, ha dichiarato all’HuffPost Elizabeth Hanna, direttrice della nutrizione dell’American Diabetes Association. 

 

Prevenzione

Un report pilota pubblicato nel 2019 sulla rivista ‘Cell Metabolism’ e condotto da Satchidananda Panda, del Salk Institute di La Jolla in California suggeriva che la cosiddetta dieta dell’orologio – in cui si può mangiare solo durante una fascia ristretta del giorno, consumando dunque tutti i pasti nell’arco di non più di 10 ore – potrebbe aiutare a prevenire il diabete in coloro che sono predisposti a questa patologia. Detto in altri termini, i ritmi circadiani, veri e propri orologi biologici, svolgono un ruolo determinante per il funzionamento di molti sistemi ormonali o nervosi.