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Immunoterapia più efficace grazie al microbiota intestinale

I batteri che popolano il tubo digerente influenzano l'efficacia dei farmaci anticancro

28/02/2022

Lo studio del microbiota intestinale, vale a dire l’insieme di microorganismi che popolano il nostro intestino, può migliorare l’efficacia dei trattamenti di immunoterapia anticancro. Lo conferma la più ampia ricerca internazionale mai realizzata sull’interazione tra microbiota e immunoterapia.

 

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Melanoma

Studi preliminari su un numero limitato di pazienti hanno suggerito che la flora intestinale, per la sua funzione di regista del sistema immunitario, gioca un ruolo nella risposta di ogni paziente all’immunoterapia contro il cancro e in particolare contro il melanoma. “L’obiettivo del nostro studio – ha scritto Karla Lee, ricercatrice del King’s College London e prima firma del lavoro – era cercare una conferma di questo ruolo del microbiota, che può avere un grosso impatto per l’oncologia e per la medicina in generale”.

 

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Probiotici

La composizione del microbiota è modulabile e ci sono vari modi per poterlo modificare, che vanno da un’alimentazione specifica fino ai probiotici di nuova generazione, senza escludere il trapianto fecale, strategie tutte capaci di modificare di conseguenza anche l’interazione dei farmaci col sistema immunitario. “Oggi possiamo comprendere quali caratteristiche rendono un paziente più o meno sensibile alla cura, ecco perché si sta cercando di capire come modulare in maniera ottimale la composizione del microbiota del paziente prima di iniziare la terapia” osserva in conclusione Andrew Maltez Thomas, ricercatore dell’Università di Trento e prima firma assieme alla Lee.

 

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Batteri

Ma come analizzare e modificare la composizione delle colonie di batteri? Combinando i campioni biologici raccolti, i ricercatori hanno elaborato uno studio metagenomico (cioè basato sul sequenziamento del microbiota intestinale). Si è  scoperto così  un collegamento tra le funzioni del microbiota intestinale e la risposta all’immunoterapia. Va specificato che questo collegamento è risultato più complesso di quanto ipotizzato in un primo momento, perché coinvolge specie batteriche diverse in coorti di pazienti diverse. In particolare tre tipi di batteri (Bifidobacterium pseudocatenulatum, Roseburia spp. e Akkermansia muciniphila) sembrano essere maggiormente associati a una migliore risposta immunitaria

 

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Oncologia

Lo studio su microbiota e immunoterapia in oncologia è finanziata dalla Seerave Foundation, coordinata dal Gruppo di Ricerca di Metagenomica Computazionale del Dipartimento di Biologia cellulare, computazionale e integrata Cibio dell’Università di Trento e dall’ Istituto Europeo di Oncologia (IEO), guidato dal professor Nicola Segata, in collaborazione con altri gruppi di ricerca nei Paesi Bassi e Regno Unito. I risultati del lavoro sono stati pubblicati su Nature Medicine.