Celebrato oggi a Bologna il congresso annuale SINut (Società Italiana di Nutraceutica). In questa sede è stato presentato il documento di consenso sui vantaggi potenziali in termini economici e clinici derivanti dall’utilizzo dei nutraceutici, attivi sulla disbiosi intestinale, per il controllo dell’ipercolesterolemia e dei problemi cardiovascolari. Ecco di seguito il take home message di Claudio Borghi, ordinario di medicina interna all’Università di Bologna, lanciato anche sotto forma di videomessaggio in conferenza stampa.

Nutraceutici ipocolesterolemizzanti e prevenzione del rischio cardiovascolare: da quali presupposti nasce questo documento di consenso?
Questo documento nasce dalla comprensione di un’esigenza e, soprattutto, deriva dall’evoluzione della medicina. In un primo tempo, infatti, ci si basava sull’identificazione di meccanismi che si trovavano molto vicini all’organo malato. Con il tempo invece si è sviluppato il concetto che anche quel che avviene a distanza – quindi non solo nell’organo vicino – può generare sintomi specifici. In questo senso si sono sviluppate le conoscenze fisiopatologiche della medicina moderna.

Qual è il ruolo dell’intestino e quale interazione avviene con l’apparato cardiovascolare?
Una parte importante della centrale di controllo del nostro corpo è nel nostro intestino. La logica tradizionale ritiene che l’intestino svolga solo una funzione del tubo digerente, invece sappiamo con chiarezza che il nostro intestino è circondato e ripieno di una serie di microorganismi che possono muoversi e generare sostanze che vengono liberate e che sono in grado di influenzare altri organi a distanza. Tra questi organi c’è anche l’apparato cardiovascolare; l’interazione tra microbiota intestinale (mondo vivo nell’intestino) e l’apparato cardiovascolare è diventato sempre di maggiore rilevanza. Una volta lo studio di questi temi era appannaggio esclusivo dei gastroenterologi; oggi invece anche il mondo cardiologico (soprattutto per quanto riguarda i temi dell’ipertensione) si sta interessando a questo aspetto e a come l’apparato cardiovascolare possa essere interessato da un normale funzionamento della flora batterica intestinale.

Qual è la novità introdotta da questo documento?
Questo documento riassume molti degli aspetti appena elencati e li sintetizza in maniera ammirevole, poggiando sul sapere di una serie di esperti che hanno dedicato molto tempo allo studio, in tempi non sospetti. Sono presenti elementi di ricerca, di novità, di epidemiologia e aspetti di tipo economico, che fanno comprendere come non solo la conoscenza di questo tipo di meccanismo, ma anche la sua modulazione attraverso sostanze di tipo probiotico e prebiotico, possa essere di grande rilevanza per sviluppare una nuova strategia di prevenzione delle malattie cardiovascolari. La prevenzione può quindi passare attraverso l’integrazione tra cibo, stile di vita e opportuna assunzione di sostanze.

Questo documento ha ricevuto l’avvallo delle più importanti società cardiovascolari e dovrebbe destare interesse nel mondo medico scientifico ma anche nel mondo laico, cioè i pazienti e tutti coloro che potrebbero beneficiare dell’azione dei nutraceutici.

Leggi anche:

Congresso nutraceutica – Sinut 2018

La flora batterica protegge il cuore

Alessandro Malpelo, QN Quotidiano Nazionale