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Ictus, fasi di recupero dopo una sofferenza cerebrale

Emblematico il caso di Stefano Tacconi, in via di guarigione. Rieducazione del linguaggio e dei movimenti

13/07/2022

Una presa di posizione di Alice Italia, organizzazione di volontariato per la lotta all’ictus, prende le mosse dalla vicenda umana di Stefano Tacconi, personaggio pubblico, commentatore televisivo, ex portiere della Juventus e della Nazionale colpito da emorragia cerebrale lo scorso 23 aprile a seguito della rottura di un aneurisma che ha provocato una sofferenza cerebrale dalla quale si sta riprendendo. Le disavventure che accadono ai vip, ai quali vanno i migliori auguri di pronta guarigione, diventano emblematiche, come in questo caso contribuiscono a narrare un cammino di ripresa dopo aver superato la fase acuta dalla malattia, e destano grande attenzione sui media.

 

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Per il beniamino dei telespettatori  è iniziato il percorso della neuroriabilitazione ospedaliera, una fase fondamentale per completare il ciclo di cura, cercare di prevenire e ridurre la disabilità, restituire la maggiore autonomia possibile, evitando le possibili complicanze dovute alla immobilità.

 

Programma di recupero

“Si parla molto di prevenzione e di gestione della fase acuta dell’ictus – dichiara Andrea Vianello, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Odv – mentre purtroppo sono molto più scarse e frammentarie le informazioni relative alla fase successiva, quella appunto della neuroriabilitazione. Una volta tornati a casa, infatti, si desidera avere più notizie sui percorsi che si possono intraprendere per recuperare.”.

 

Proprietà di linguaggio

Il trattamento neuroriabilitativo, che ha come obiettivo quello di migliorare le funzioni fisiche, mentali ed emozionali, restituendo alla persona la maggior indipendenza possibile, dovrebbe iniziare in ospedale quanto prima, non appena il paziente mostri segni di recupero fisico e proseguire in modo continuativo, senza interruzioni né rigide limitazioni temporali e seguendo un protocollo uniforme: il recupero avviene rapidamente tra il primo e terzo mese dopo l’ictus, alcune persone comunque continuano a migliorare anche dopo questo periodo, soprattutto per quanto riguarda il linguaggio.

 

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Terapia occupazionale

Oltre alla riabilitazione motoria, che aiuta a mantenere il tono e la forza muscolare, spesso è necessario prevedere anche sedute di logopedia ed esercizi che possano migliorare la deglutizione: con l’ictus si può perdere infatti la capacità di parlare o comprendere le parole, così come la capacità di scrivere e leggere o anche di deglutire in modo adeguato. Non meno importante è la terapia occupazionale, che è un importante aiuto nell’affrontare le attività quotidiane ed essere nuovamente inseriti nell’ambiente sociale e lavorativo; si tratta di un approccio personalizzato e basato sulle esigenze del singolo per migliorare la qualità di vita del paziente e dei caregiver (per maggiori informazioni www.aliceitalia.org).

 

Esiti invalidanti

“Il post ictus è una fase molto delicata ma, purtroppo, ancora troppo trascurata – conclude Andrea Vianello. Le persone colpite da ictus presentano esiti più o meno invalidanti causati dal danno cerebrale ed è fondamentale che ricevano una corretta informazione sulla fase neuroriabilitativa, in modo da poter, possibilmente, migliorare la propria situazione clinica”.