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Grasso buono e cattivo: esistono due tipi di obesità

Identificati due differenti comportamenti metabolici dei depositi adiposi, ecco come distinguerli

19/09/2022

L’obesità? Non ne esiste una sola. Un team di ricercatori del Van Andel Research Institute, nel Michigan (Stati Uniti), ha rilevato l’esistenza di due differenti tipi di obesità, con effetti diversi sulla salute dell’organismo. La scoperta potrebbe aiutare gli specialisti a formulare diagnosi più precise, traducibili di riflesso in approcci terapeutici personalizzati e maggiormente specifici.

Lo studio, coordinato dal professor Andrew Pospisilik, esperto di patologie metaboliche, è partito dalla constatazione che l’obesità è una condizione complessa, che va ben oltre la valutazione di parametri antropometrici come ad esempio l’indice di massa corporea o la circonferenza vita. Analizzando le informazioni relative a 153 coppie di gemelli dal database TwinsUK e conducendo poi ulteriori controlli in laboratorio su dei modelli animali, i ricercatori hanno identificato quattro profili metabolici che influenzano la massa corporea, due tendenti alla magrezza e due all’obesità.

I sottotipi legati all’aumento di peso hanno evidenziato che l’obesità ha una duplice identità: può essere caratterizzata da un eccesso di massa grassa o in alternativa dalla presenza combinata di elevate percentuali di massa grassa e massa magra. Proprio il secondo caso risulta associato a un grado più alto di infiammazione, che potrebbe comportare un maggiore rischio sviluppare tumori o altre malattie. “Utilizzando un approccio puramente basato sui dati, per la prima volta osserviamo che esistono almeno due diversi sottotipi metabolici di obesità, ciascuno con le proprie caratteristiche fisiologiche e molecolari, che impattano sulla salute”, ha spiegato Pospisilik. “Tradurre questi risultati in dei test clinicamente validi potrebbe aiutare i medici a fornire cure più precise ai pazienti”.

Va da sé che se i prossimi studi confermeranno questa scoperta si apriranno interessanti riflessioni sul fronte terapeutico, in quanto bisognerà iniziare a pensare che i trattamenti per perdere peso (dal cambio di dieta alla chirurgia bariatrica) potrebbero avere effetti diversi a secondo del tipo di obesità. “Quasi due miliardi di persone in tutto il mondo sono considerate in sovrappeso e ci sono più di 600 milioni di persone affette da obesità, eppure non abbiamo un quadro per stratificare gli individui in base a una più precisa eziologia della malattia”, ha concluso Pospisilik.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Metabolism.