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Difendiamo cani e gatti dalle processionarie

Il contatto o l’inalazione dei peli può provocare allergie respiratorie, infiammazioni e lesioni serie

19/03/2023 - di Gloria Ciabattoni

La primavera, insieme ai fiori e alle giornate miti, porta anche sgradevoli presenze: le processionarie, insetti della famiglia dei lepidotteri, che in Italia fanno il nido sui pini (soprattutto il pino nero e il pino silvestre), ma è comune trovare infestazioni anche su conifere di altre specie. Vi sono anche processionarie che vivono sulle querce, ma si trovano soprattutto nell’Europa settentrionale.

 

Le femmine di processionarie depongono d’estate sui rami del pino le uova, che poi verso agosto-settembre si schiudono, e nascono le larve. Che si costruiscono un nido e ci passano l’inverno, poi scendono dagli alberi fra febbraio e maggio ed è in questa fase che sono dannose, quando camminano in fila indiana per andare a interrarsi. Resteranno sotto terra fino all’estate, quando diventano farfalle, ed hanno una vita breve, pochi giorni che servono loro per deporre le uova su un albero. Poi nascono le larve, che si costruiscono i nidi per svernare, quei nidi tipo bambagia dai quali scendono in primavera, e ricomincia il loro ciclo vitale, quando in fila le une dietro le altre formano curiose processioni dalle quali prendono il nome, ma quei cortei nei prati e nei campi sono pericolosi. Infatti il contatto con questi bruchi dai peli urticanti (peli che possono essere portati dal vento anche molto lontano) può provocare nell’essere umano eritemi, reazioni allergiche, fino – anche se raramente – allo shock anafilattico.

 

Per il cane e il gatto inalare i peli urticanti delle processionarie può causare allergie alle vie respiratorie, si possono avere congiuntiviti se c’è un contatto con gli occhi, e se malauguratamente l’animale ingerisce l’insetto può andare incontro a infiammazioni in bocca, e lesioni gastriche, che possono provocare la morte. I sintomi? Vomito, febbre, debolezza, bava dovuta alla salivazione eccessiva, e gonfiore della lingua, che può portare al soffocamento o alla necrosi dei tessuti entrati in contatto coi peli urticanti. In questo caso occorre portare l’animale subito dal veterinario, per una cura con antidolorifici, antinfiammatori e antibiotici.

 

Quindi occorre fare attenzione a dove portiamo Fido a passeggiare, ma anche e soprattutto osservare le chiome degli alberi, pini in particolare: se vi sono grossi “batuffoli” biancastri attenzione, sono nidi di processionarie. Debellarli nei luoghi pubblici è compito del Comune, nelle aree private invece lo devono fare i proprietari. Ci si può rivolgere a ditte specializzate in disinfestazione, si possono usare insetticidi biologici (si avvalgono del batterio Bacillus thuringiensis kurstaki (Btk) che danneggia i centri nervosi della processionaria, paralizzandola), o trappole che catturano i bruchi quando scendono dal nido lungo il tronco dell’albero, oppure si possono segare le parti dei rami con i nidi e bruciarli, facendo attenzione a non romperli per non disperdere i peli urticanti nell’aria, o ancora si possono immergere i nidi in acqua bollente saponata o cospargere di acqua bollente saponata i bruchi quando sono per terra. Una curiosità: le cinciallegre sono ghiotte di larve di processionarie, che beccano dai loro bianchi nidi.