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Pressione e ipertensione, le risposte della nutraceutica

Studio su Cosmony: indotto calo pressorio con riduzione del rischio cardiovascolare

20/02/2022 - di Alessandro Malpelo

La strategia più diffusa per controllare la pressione arteriosa consiste nel mantenere buone abitudini alimentari, un adeguato peso corporeo e un’attività fisica costante. Tuttavia, pochi riescono a rispettare tutte queste regole di vita. Partendo da tali constatazioni, i ricercatori hanno cominciato a studiare le proprietà di alcuni componenti di origine naturale come minerali, lipidi, proteine intere, peptidi, aminoacidi, probiotici e vitamine, e i loro effetti emodinamici sul controllo della pressione normale-alta. «Tra le risorse che abbiamo a disposizione – spiega Arrigo Cicero, presidente Sinut, Società italiana di nutraceutica – quelli che presentano maggiori evidenze scientifiche sono i sali di magnesio, la vitamina C e i nitrati vegetali derivati dalla barbabietola rossa. La loro combinazione permette di sfruttare le proprietà additive di ogni singolo ingrediente, in una unica somministrazione efficiente al minimo dosaggio».

 

Epidemiologia

Circa il 30% della popolazione adulta italiana riporta valori pressori compresi tra 130 e 140 di massima e tra 85 e 90 di minima, tipicamente rilevabili nella fascia di età 30-50 anni. Che significato hanno tali parametri? Dipende. Si riscontra infatti un atteggiamento che spesso arriva a  sottovalutare il problema, tendendo ad attribuire l’oscillazione dei valori pressori o l’incremento rispetto ai valori precedenti, allo stress e agli impegni lavorativi. “La pre-ipertensione – ha dichiarato dichiara Claudio Borghi, direttore del Dipartimento di Medicina Interna, Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna – è una condizione che può essere considerata un rischio per lo sviluppo di ipertensione arteriosa, danno d’organo e complicanze cardiovascolari a lungo termine. Basti pensare che anche solo un modesto incremento dei valori pressori di 2 millimetri di mercurio sopra i livelli consigliati può essere correlato ad un incremento di casi di infarto (7%) e ad un 10% di ictus, come riportato anche dalle indicazioni della Società Europea di Cardiologia (ESC) e dalla Società Europea dell’Ipertensione (ESH). Ad oggi il trattamento farmacologico è raccomandato solo nei soggetti con elevato rischio cardiovascolare e pregressa malattia conclamata; per i pazienti con pre-ipertensione, invece, l’opportunità di un approccio terapeutico punta esclusivamente sulle modificazioni dello stile di vita”.

 

Studio clinico

Uno studio clinico randomizzato in doppio cieco verso placebo è stato condotto a Bologna presso il dipartimento di Scienze Biomediche dell’Alma Mater Studiorumm trial sviluppato per analizzare gli effetti di un nutraceutico specifico sui valori di 36 persone con pressione normale-alta, in prevenzione primaria per malattie cardiovascolari e monitorati a domicilio due volte al giorno, mattina e sera, per 16 settimane e con una valutazione intermedia all’ottava settimana. “Lo studio ha dato risultati promettenti – sottolinea il presidente Sinut – infatti, già all’ottava settimana, sono state evidenziate variazioni positive della pressione arteriosa nel gruppo trattato con Cosmony (nutraceutico del Gruppo Servier, ndr) . Al termine del ciclo di 16 settimane, la riduzione della pressione arteriosa sistolica mattutina è stata pari a -3mmHg, la diastolica mattutina di -5mmHg, la sistolica serale di -2mmHg. Il calo pressorio osservato si è mantenuto nel tempo, mentre la riduzione del rischio cardiovascolare ha contribuito anche al rallentamento dell’invecchiamento dei vasi sanguigni”.

 

Fare prevenzione

“Questo nutraceutico presenta caratteristiche, in termini di azione, del tutto simili a quelle che si trovano all’interno dei farmaci tradizionali e come tale rappresenta l’anello mancante delle strategie di prevenzione del futuro” – ha aggiunto da parte sua il professor Borghi. “È, infatti, in grado di interferire con alcuni meccanismi che sostengono l’aumento della pressione, esercitando un controllo sia sui valori pressori, sia sul loro innalzamento. Lo studio condotto ha, inoltre, dimostrato una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica e diastolica in soggetti affetti da pressione normale-alta ed ipertesi di primo grado, e ha evidenziato inoltre come la combinazione tra stile di vita e impiego di nutraceutici, raddoppi la possibilità di successo nel controllo dei valori”.

 

Percezione del rischio

Spesso c’è  una percezione del rischio solamente di fronte alla malattia conclamata. Infatti, anche i dati emersi dalla pratica clinica sottolineano come nella quotidianità il medico di medicina generale, principale figura di riferimento per i pazienti potenzialmente interessati da questa condizione, trovi difficoltà nel trasmettere l’importanza del concetto di prevenzione.

 

Aderenza terapeutica

“È più facile spiegare che una terapia funziona se il paziente è aderente e ha una continuità nell’assunzione di fronte ad un’evidenza di malattia, che sottolineare l’importanza della prevenzione in un contesto dove purtroppo il concetto non è così immediato. In questo senso, servirebbe una comunicazione integrata che coinvolga medici e istituzioni per intraprendere un cambio di rotta, ma questo richiede tempo, dedizione e soprattutto formazione”, ha  dichiarato Ovidio Brignoli, vicepresidente Società Italiana Medicina Generale (SIMG). “Al momento l’unica arma a nostra disposizione è continuare a suggerire l’adozione di corretti stili di vita e da oggi consigliare l’utilizzo di nutraceutici, validi supporti per i pazienti con pre-ipertensione”.