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Diagnosticare la fibromialgia con un semplice test del sangue

Lo strumento, che è ancora in fase di validazione, potrebbe essere disponibile nei centri sanitari tra circa due anni

08/03/2024

Arrivare ad una diagnosi chiara di fibromialgia non è quasi mai facile, né rapido. A facilitare il percorso di individuazione di questa patologia potrebbe essere un test del sangue in fase di sviluppo negli Usa. Il tempo di attesa stimato, per poter fruire di questo nuovo strumento, dovrebbe essere di un paio d’anni.

 

La fibromialgia è una malattia cronica che colpisce il 6% della popolazione mondiale ed è caratterizzata da dolore muscolare diffuso e affaticamento. Per la varietà dei sintomi può essere facilmente confusa con altri disturbi come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, l’artrosi o la lombalgia cronica, motivo per il quale il percorso diagnostico si rivela spesso tortuoso.

 

Novità arrivano però dalla ricerca: un gruppo di ricerca dell’Università di Rovira i Virgili, dell’Università dell’Ohio e dell’Università del Texas ha sviluppato un metodo innovativo che consente di diagnosticare in modo affidabile la patologia da un campione di sangue. “Questo strumento è veloce, preciso e non invasivo e può essere facilmente integrato nell’ambiente clinico per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da fibromialgia” rileva Silvia de Lamo, una delle ricercatrici.

 

Il metodo è raccolto in uno studio pubblicato sulla rivista Biomedicines. Per effettuare lo studio, il gruppo di ricerca ha raccolto campioni di sangue da tre diversi gruppi: persone con diagnosi di fibromialgia, persone con malattie reumatiche simili e persone senza nessuna di queste patologie, che fungevano da gruppo di controllo. È stata utilizzata una combinazione di tecniche per isolare e analizzare specifici segnali chimici nel sangue che potrebbero aiutare a differenziare la fibromialgia da altre malattie con effetti simili sulla salute, con l’obiettivo di aprire un percorso diagnostico più accurato e rapido. Con l’aiuto di un metodo statistico i campioni sono stati infine classificati in categorie in base alle loro caratteristiche chimiche in modo da poter determinare le differenze tra i gruppi.

 

I risultati hanno evidenziato che alcuni modelli in piccole molecole, come gli amminoacidi, potrebbero servire come “firme chimiche” per distinguere la fibromialgia da altre malattie. Secondo il gruppo di ricerca lo strumento, che è ancora in fase di validazione, potrebbe essere disponibile nei centri sanitari tra circa due anni.