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Covid, raffreddore e influenza: la profilassi, i sintomi

L'infettivologo Andreoni: le vaccinazioni (antinfluenzale e anti-Covid) si possono fare anche contemporaneamente

19/10/2023
Influenza

Molti confondono il raffreddore comune con l’influenza, ma è bene ricordare che esistono svariati virus respiratori che hanno manifestazioni simili. È quindi errato pensare di aver contratto l’influenza dopo una vaccinazione preventiva.

 

Starnuti, naso che cola e colpi di tosse. Con il primo calo termico di un autunno all’insegna del sole, arrivano i primi raffreddori che però non vanno confusi con altre cause. Con l’avvicinarsi dell’inverno avremo una fenomenologia complessa. L’anno scorso, l’influenza è comparsa in anticipo rispetto alla sua stagionalità abituale, colpiva già in ottobre. Quest’anno, sembra che sia meno propensa ad anticipare i tempi come in passato, ma non per questo dobbiamo abbassare la guardia.

 

A fare il punto in questi termini è stato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e tropicali (Simit) e professore di Malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma, a margine dell’evento al ministero della Salute intitolato “La sanità che vorrei” promosso dalla Simit, moderato da Daniel Della Seta con vari relatori, tra i quali Claudio Cricelli, presidente Simg, la Società italiana di medicina generale.

 

“Attraverso le vaccinazioni – ricorda Andreoni – noi ci proteggiamo dalle malattie più gravi. Oggi abbiamo il vaccino anti-Covid, l’antinfluenzale, a breve avremo anche un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale, che può creare grandi problemi. Ma queste precauzioni devono fare i conti con tante altre malattie da raffreddamento, anche virali”. Quindi nessuna sorpresa se in questi giorni si registra una sintomatologia parainfluenzale.

 

Andamento

L’inverno scorso abbiamo assistito a una virulenza dei virus influenzali causata dalla limitata circolazione dei patogeni negli anni precedenti per via delle misure di contenimento contro il Covid, con un picco anticipato già a novembre e una coda ad aprile. Per quest’anno si prevede un’attenuazione rispetto allo scorso anno, pur mantenendo una notevole gravità che ribadisce l’importanza della prevenzione. “I primi dati dell’emisfero australe – continua il professor Andreoni – fanno supporre che il virus influenzale circolerà anche in Italia in maniera abbastanza vivace, tale da invitare le persone fragili a vaccinarsi. Il picco influenzale, lo scorso anno anticipato, si prevede che giungerà tra dicembre e gennaio”.

 

“La vaccinazione è lo strumento più indicato per limitare la circolazione dei virus – conclude il direttore scientifico degli infettivologi Simit – con particolare attenzione per le persone fragili, maggiormente esposte alle forme gravi. Le vaccinazioni contro influenza e Covid si possono fare anche contemporaneamente senza che ciò comporti alcun effetto collaterale”.