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Come funziona il pre-ormone che regola calcio e fosforo

Viene prodotto dalla pelle quando ci si espone al sole. Solo i raggi estivi sono efficaci per questo bisogna ’fare scorta"

16/10/2023 - di Gloria Ciabattoni

La chiamiamo vitamina D, ma in realtà è un pre-ormone, che regola il metabolismo del calcio e del fosforo. Viene prodotta dalla nostra pelle quando ci si espone al sole: infatti quando questa viene in contatto coi raggi solari UVB (con una lunghezza d’onda di circa 300 nm), li trasforma in precursori che danno origine alla vitamina D vera e propria. «Bisogna ricordare – avverte il Prof. Giannini – che nelle latitudini italiane i raggi ultravioletti hanno efficacia nei mesi estivi, mentre in quelli invernali non hanno utilità per la sintesi della vitamina D». Quindi occorre farne scorta d’estate, esponendoci al sole per 15-20 giorni, circa un’ora, con la pelle priva di protezioni solari, scegliendo magari le ore meno calde della giornata per evitare scottature. «È l’unico metodo naturale che abbiamo per produrre la vitamina D – ricorda Giannini – e in questo modo ne produciamo l’80% del fabbisogno, mentre l’alimentazione ne apporta solo il 20%».

 

Tra gli alimenti ricchi di vitamina D troviamo in primo luogo l’olio di fegato di merluzzo, seguito, ma in percentuali molto minori, da pesci grassi, quali aringa, tonno, sgombro e salmone, e uova. Tutti cibi che non abbondano abitualmente nella nostra dieta, e comunque da consumare in grandi quantità per garantirsi un apporto significativo di vitamina D.

 

È curioso notare che la carenza di vitamina D è inferiore nelle popolazioni dei Paesi nordici, dove le ore di sole sono ben poche rispetto alle nostre, e non basta certo l’alimentazione un po’ più ricca di pesce per giustificare quello che viene definito «il paradosso scandinavo». La spiegazione sta nel fatto che quelle popolazioni sono abituate da anni ad assumere alimenti implementati con vitamina D, cosa che da noi non è in uso: solo di recente si trovano in commercio alcuni cibi addizionati con questa vitamina.

 

Un’altra sorta di paradosso, ma nostrano, riguarda gli adolescenti sotto i 16 anni, che nel 50% dei casi sono carenti di vitamina D. «Ma non dobbiamo meravigliarci troppo – osserva Giannini – perché le nuove generazioni sono abituate a trascorrere ore davanti alla tv e al computer, anche durante le vacanze estive». Il consiglio ai genitori? Tornare alle abitudini di un tempo, mandare i ragazzini a giocare a pallone, a fare lunghe passeggiate all’aria aperta d’estate, per fare scorta di quella vitamina che aiuterà la salute delle loro ossa e d’inverno li terrà lontani da raffreddori e bronchiti.