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Aterosclerosi: i rischi associati al consumo eccessivo di proteine

Consumare più del 22% delle calorie da fonte proteica renderebbe iper-reattive le cellule immunitarie. I dati dello studio della University of Pittsburgh School of Medicine

28/03/2024
Crediti ISTOCKPHOTO - Aterosclerosi: i rischi associati al consumo eccessivo di proteine

Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio boom del consumo di alimenti iperproteici, come le barrette, i budini o in generale gli integratori. Ma per una dieta corretta sarebbe meglio porre maggiore attenzione all’apporto proteico, bilanciandolo nella maniera adeguata con tutti gli altri macronutrienti (vale a dire i carboidrati e i grassi). Stando ad una serie di studi recenti, inoltre, sembra che nel caso di un apporto proteico eccessivo ci potrebbero essere delle conseguenze da non sottovalutare rispetto al rischio di sviluppare l’aterosclerosi.

 

Placche aterosclerotiche

Ad affermarlo è stata una ricerca svolta dagli studiosi della University of Pittsburgh School of Medicine e pubblicata su Nature Metabolism. Le analisi condotte su un piccolo campione di partecipanti hanno dimostrato che consumare oltre il 22% di proteine all’interno della propria dieta può portare ad un aumento dell’attivazione delle cellule del sistema immunitario, le stesse in grado di formare le placche aterosclerotiche. Per portare a termine questa ricerca ci si è focalizzati su dei soggetti sani per determinare la precisa sequenza temporale relativa all’attivazione delle cellule immunitarie dopo l’assunzione di pasti arricchiti di proteine: simulando condizioni simili nei modelli animali e nei macrofagi umani in vitro, gli studiosi hanno evidenziato come le cellule immunitarie si siano dimostrate particolarmente sensibili agli aminoacidi derivati dalle proteine. Nello specifico, i ricercatori hanno evidenziato che la principale responsabile dell’attivazione anomala sarebbe a quanto pare la leucina, un aminoacido presente in grandi quantità negli alimenti di origine animale, come la carne di manzo, le uova e il latte.

 

L’apporto proteico ideale

In poche parole, assumere un quantitativo di proteine eccessivo può fare più male che bene. Nel merito della questione si è espresso anche il docente di cardiologia della University of Pittsburgh School of Medicine, il dottor Babak Razani, che ha precisato: “Ci auguriamo che questa ricerca possa sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto all’importanza di modificare il nostro stile alimentare per influenzare le funzioni corporee a livello molecolare e ridurre i rischi di malattia”. Si tratta di risultati che, in sostanza, smentiscono un’opinione popolare piuttosto diffusa, cioè il fatto che una dieta particolarmente ricca di proteine sia per forza di cose più sana rispetto ad altre.

Ci sono ancora, ad ogni modo, diversi punti da chiarire. Lo stesso dottor Razani ha per esempio spiegato che si sta ancora cercando di capire quale sia l’apporto proteico ideale per riuscire a costruire e a mantenere un’adeguata massa muscolare (si pensi ad esempio a chi va in palestra) senza per questo consumare una quantità di proteine tale da mettere a rischio la salute.

Secondo le linee guida per una corretta alimentazione, stilate dalla Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) e riportate dal Ministero della Sanità, una dieta sana e bilanciata dovrebbe includere una percentuale di proteine intorno al 12-15% (0.8 e 1g/kg/die) delle chilocalorie introdotte quotidianamente. Questo tipo di obiettivo può essere raggiunto oltre che con la carne e il pesce anche mangiando legumi, nel caso si seguisse un’alimentazione di tipo vegetariano o vegano.