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Ansia da pandemia, l’insonnia debellata con la dieta

La qualità del riposo è influenzata dai comportamenti alimentari: come favorire il sonno

31/01/2022

La pandemia agita le notti degli italiani. L’insonnia sta diventando uno dei compagni di viaggio dell’ansia che viviamo di questi tempi. Si registra infatti un +22% di soggetti che lamentano un riposo insufficiente, +128% quelli che riferiscono un sonno di qualità insoddisfacente pari a 18 milioni di persone. Oltre all’ansia possono intervenire altri fattori. Ad esempio la composizione del pasto serale, con assunzione di alimenti e bevande che poco si conciliano con l’addormentamento, e tutte le abitudini che possono compromettere la qualità del sonno, predisponendo a condizioni metaboliche sfavorevoli.

 

Abitudini alimentari

“L’alimentazione svolte un ruolo determinante anche sulla qualità del sonno, occorre valutare cosa mangiare e quanto mangiare”, ha  affermato Michela Barichella, dietologa dell’Osservatorio Grana Padano, presidente di Brain and Malnutrition in Chronic Diseases Association. Ad esempio il latte contiene elevate quantità di triptofano, aminoacido essenziale in grado di alzare i livelli di serotonina e melatonina, quasi un sedativo naturale, capace di regolare il ritmo sonno-veglia”.

 

Pesantezza e sedentarietà

Lo studio su pandemia e insonnia evidenzia che il 47% dei 7mila intervistati impiega meno di 20 minuti per consumare la cena e il 26% mangia oltre la sazietà, riferendo pesantezza dopo il pasto. Da segnalare anche il consumo elevato di sostanze eccitanti tipo alcaloidi verso sera: l’89% degli intervistati ricorre alla caffeina, il 62% di questo campione beve due o tre tazzine al giorno di caffè; il tè è consumato dal 61% e il 34% dei consumatori colleziona più di una tazza al giorno. Emergono anche altre abitudini che poco si conciliano il sonno: il 77% degli intervistati consuma poco latte, mentre nel 25% del campione l’attiva fisica è pressoché messa al bando.