Giovedì 2 Maggio 2024

Pandolfini: «I giovani bisogna farli giocareIl calcio italiano non costruisce il suo futuro»

Firenze HA QUASI novant'anni, è un grande uomo di calcio, e se ne parliamo in questi giorni con l'Italia a Coverciano, è per una ragione che attiene alla storia della nazionale: Egisto Pandolfini, fra le altre, tante cose della sua bella carriera dentro e fuori il campo, è il calciatore italiano più anziano vivente ad aver segnato un gol in un campionato del mondo. «Ah sì? Non lo sapevo, certo che mi fa piacere, così posso dirlo ai miei nipoti», commenta, dalla sua casa di Lastra a Signa. Era l'Italia che debuttava, il 2 luglio del 1950, in quel mondiale brasiliano che si sarebbe concluso con la più sensazionale pagina calcistica di sempre, il Maracanazo', l'Uruguay di Varela, mitico capitano della Celeste', Schiaffino e Ghiggia che fa piangere tutto il Brasile. Un'edizione rimasta, ma per motivi opposti, anche nella storia del nostro calcio. Segnata dalla tragedia di Superga del 4 maggio del 49, la nazionale decide di rinunciare all'aereo, per raggiungere il Brasile con un'improbabile viaggio via mare. «Diciannove giorni su una nave che dondolava, un disastro, ingrassai tre chili, ci allenavamo sul ponte e tutti i palloni finirono in acqua, arrivammo a giocare che eravamo già stanchi, sarebbe stato meglio rinunciare», ricorda Pandolfini. Il debutto con il Paraguay fu comunque positivo: 2-0, Carapellese al 12', raddoppio di Pandolfini al 62'. Formazione: Moro, Blasion, Furiassi, Fattori, Remondini, Mari, Muccinelli, Pandolfini, Amadei, Cappello, Carapellese. Commissario tecnico: Ferruccio Novo. Fu fatale la sconfitta, 3-2, con la Svezia nella seconda partita. Pandolfini, mediano trasformato in attaccante, ha giocato, dal 45 al 62, nella Fiorentina, Roma, Inter, Spal, per chiudere la carriera nell'Empoli. Da direttore sportivo, ha legato il suo nome alla Fiorentina, lanciando molti giovani, e soprattutto come scopritore di Antognoni e Batistuta. «Oggi ci sono troppi stranieri, e non è giusto, il calcio italiano in questo modo non costruisce il proprio futuro, i giovani bisogna farli giocare», la sua raccomandazione. In nazionale, 21 presenze, 9 gol (ha segnato anche nel mondiale 54) e cinque partite da capitano. Ma in casa non ha più neanche una maglia azzurra. «Le ho regalate tutte», racconta. Una maglia della nazionale per Egisto Pandolfini, non dovrebbe essere difficile procuragliela con il suo nome, se qualcuno se ne ricorda rende onore a un signore quasi novantenne che ha dato molto al calcio italiano. Alessandro Fiesoli