Lunedì 29 Aprile 2024

Vecchia guardia in fuorigioco

di Piero Degli Antoni

8 MATTEO RENZI - È il giocatore totale che tutte le squadre vorrebbero, occupa ogni spazio in campo, difesa centro e attacco. Ha fantasia ma è anche solido. Tra i suoi numeri preferiti la citazione d’effetto e lo slogan che stordisce l’avversario e incanta la platea. Ieri ha deliziato i tifosi con «Siamo una miniera di anime», «Non siamo un club di filosofi, siamo un partito», «Serve una riforma della fiducia, della speranza», «Molti italiani pensano che il futuro è la più grande minaccia che abbiamo davanti», «Attenzione che altrimenti gli elettori fanno zapping», per finire con il capolavoro «Il futuro entra in noi molto prima che accada», citazione di Rilke sfacciatamente rubata a Cuperlo che l’aveva usata a un congresso del Pds. Segna dieci gol ma solo perché non vuole infierire. Incontenibile.

7 GIANNI CUPERLO Come Renzi ha un movimento di gambe, anzi di bocca, eccezionale. Non inciampa una volta, corre come una locomotiva, non sbaglia un avverbio, un aggettivo, una consecutio, e non legge neanche. Ma quando arriva a confessare di aver finalmente compreso la bontà dello streaming rivela tutta la polvere ottocentesca che lo ricopre. Gioca ancora a uomo. Arretrato.

s.v. FRANCO MARINI - Lo gettano in campo per disperazione. Parte dalla Prima Guerra mondiale e finisce disperso in Russia. Bisognerebbe avere più rispetto per gli anziani.

6 MASSIMO D’ALEMAIl campione che avrebbe dovuto contendere a Renzi il pallone d’oro ha deluso. Sfoggia un’ironia sottile come la busta paga di un disoccupato, ironia che però nessuno coglie. Tenta qualche tackle duro, contestando a Renzi fatti concreti, ma è chiaro che alla platea non importa nulla. Renzi gioca veloce, rapido e leggero, D’Alema è fermo sulle gambe, risucchiato dalla fanghiglia. Tenta un ultimo colpo da fermo, citando Joseph Stiglitz, «che ha avuto un premio Nobel di cui i nostri giovani consiglieri non hanno ancora avuto la possibilità di essere insigniti». È un’entrata dura che però manca le caviglie dell’avversario. Si alleni di più.

5 PIPPO CIVATIL’unico veramente giovane della squadra avversaria scende in campo con la cravatta. Troppo attento a non spettinarsi, non lascia il segno sulla partita. Meno shampoo e più energia.

7 IVAN SCALFAROTTO - A sorpresa si rivela uno dei più vivaci della squadra. Forte della propria esperienza passata (uno dei pochissimi ad aver lavorato in vita sua) corre come un ossesso sulle fasce arrivando facilmente in area. Esce tra le ovazioni.

6 PIER LUIGI BERSANIIl vecchio fuoriclasse scende in campo di malavoglia, si chiude in difesa, ritrova a sprazzi la verve di una volta ma a volte s’incarta sulla palla. Quando dice: «Noi andiamo sull’orlo del baratro non per l’articolo 18 ma per il metodo Boffo», la platea si ammutolisce, chiedendosi che diavolo voglia dire (nella replica Renzi gli risponde: «Io casomai uso il metodo buffo»). Manovra da semplificare.

7 GIULIANO POLETTI Dilaga con tutto il suo peso, e non è poco. Gioca con entusiasmo anche se è piuttosto lento nei movimenti. L’arbitro minaccia di ammonirlo perché entra in campo con un cotechino e una porzione di lasagne. Ma la sua energia tutta emiliano-romagnola nel difendere la riforma del lavoro elettrizza la platea. Cita l’esempio di un ragazzo di Imola che è andato a Londra a fare il barista perché, quando smette di lavorare al pub, con quattro amici «ha messo su una baracca che se funziona ha svoltato». Capito? Lui le startup lui le chiama «baracca». Gran centravanti di sfondamento.

di Piero Degli Antoni