Sabato 9 Novembre 2024
RAFFAELE
Politica

Un dibattito che richiede responsabilità

Marmo

Alla fine ha prevalso il rispetto per le regole e per le istituzioni che disciplinano le relazioni industriali e sindacali nel nostro Paese. Senza vincitori né vinti. Ed è un bene che corrisponde all’interesse nazionale e a quello delle stesse parti sociali. Tanto più che lo scontro tra i leader di Cgil e Uil, Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri, e il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, stava tracimando verso esiti non auspicabili.

Dunque, l’aver riportato la dinamica delle controversie sociali e sindacali entro gli ambiti tradizionali della usuale dialettica tra governo e sindacati sulla manovra va a merito dei protagonisti della contesa. E non è da escludere, anzi, che per far ridurre la tensione siano intervenute le più alte istituzioni dello Stato.

Non è fuori luogo, tutt’altro, rammentare che il conflitto sociale e sulle questioni del lavoro in Italia richieda un surplus di responsabilità e di comune attenzione, soprattutto quando c’è in ballo un diritto essenziale come quello di sciopero nei servizi pubblici. Così, delegittimare gli arbitri, come è accaduto in questi giorni nei confronti della Commissione di garanzia sul diritto di sciopero, e, peggio, mettere all’indice o quasi i nomi di tecnici e esperti in nome di una presunta appartenenza ideologica o di un curriculum interpretabile come politicamente orientabile, non sono pratiche commendevoli. Dunque è un bene che il clima del confronto si sia fatto meno drammatico. Sappiamo bene che cosa ha significato per questo Paese il conflitto sulle regole del lavoro e quanto abbiano utilizzato e strumentalizzato certi contesti forze totalmente estranee alla cultura democratica del movimento sindacale italiano per colpire figure di primo piano del mondo del lavoro.

È una lunga scia di sangue quella che va da Guido Rossa e Ezio Tarantelli, da Massimo D’Antona a Marco Biagi: uomini del lavoro, espressione della migliore cultura riformista del nostro Paese che hanno pagato con la vita il loro essere pragmaticamente di frontiera. Una lezione da non dimenticare mai.