Roma, 26 marzo 2024 – L’importante è il messaggio. Il consiglio dei ministri ieri sera ha approvato l’introduzione dei test psico-attitudinali nei concorsi per entrare in magistratura. E poco importa se la normativa che è uscita dopo oltre due ore di riunione sia ammorbidita rispetto a quella contenuta nella bozza che circolava alla vigilia. "L’esame è posto sotto la garanzia del consiglio superiore della magistratura", s’affanna a spiegare, quando tutto è compiuto, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Il dado è tratto, e il principio introdotto dal governo nei decreti attuativi della riforma Cartabia sull’ordinamento giudiziario è considerato una ’bandiera’.
Della serie – per dirla con le toghe – è bene che vi controlliamo per vedere come siete messi. Non si presenta in modo esplosivo come le intercettazioni o la separazione delle carriere,che il guardasigilli annuncia "si farà quanto prima, probabilmente entro la primavera: aprile, o maggio". Eppure, l’esame psico-attitudinale per esercitare la professione è diventata la prima linea del nuovo scontro tra politica e magistratura. "Non c’è un’invasione di campo da parte del governo nei confronti della magistratura – insiste il Guardasigilli – Non vi sono interferenze da parte del governo. Non c’è nessun vulnus, nessuna lesa maestà. Quando sono diventato magistrato c’era l’esame del sangue e quello polmonare".
Come è noto, i test erano uno degli obiettivi di Silvio Berlusconi, stavolta a raccogliere la fiamma e a insistere per l’introduzione in Italia sono stati sono stati i leghisti, guidati da Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia del Senato, spalleggiati però dal potentissimo sottosegretario ed ex magistrato Alfredo Mantovano. "È un’esame già previsto per le forze dell’ordine", dice ancora Nordio. Di sicuro, che a dal 2026, quando si applicheranno i test (i concorsi già banditi proseguiranno con le attuali regole) non basterà eccellere nel diritto. Chi vuole indossare la toga deve passare anche il test attitudinale, per essere certi di di affidare Corti e tribunali a giudici mentalmente stabili.
Che tipo di test? "Mi sono sottoposto al test psicologico del Minnesota – racconta Nordio – che è quello che vorremmo introdurre". Il modello Minnesota è già in uso per tanti corsi nella Pubblica amministrazione.
Rispetto all’ultima bozza, dicevamo, molte sono state le novità introdotte. Prima di tutto, l’esame psico-attitudinale avviene dopo le prove scritte, durante la prova orale, e non sarà un esame a se stante, come previsto inizialmente. Il candidato riceverà dei test su un foglio, individuati dal Csm che costituiranno la base per il colloquio psico-attitudinale. Sarà sempre il Csm a nominare i docenti universitari (il ministro non metterà bocca) in materie psicologiche che costituiranno la commissione giudicante per i test. E tuttavia, il colloquio è diretto dal presidente della Commissione, "cioè da un magistrato, non è affidato al direttore dell’ospedale psichiatrico come qualcuno ha insinuato", continua Nordio. Lo psicologo sarà presente come ausilio. Infine, aumenta da tre a quattro il numero massimo di concorsi "il cui esito" negativo impedisce la partecipazione ai successivi bandi".
Tant’è: i test mandano fuori dai gangheri le toghe a causa del ’messaggio’ che si lancia: della serie. Ma i magistrati hanno grosse riserve pure sulla forma scelta, il decreto legislativo, per cui basta il parere delle commissioni Giustizia parlamentari per entrare in vigore: ritengono che ci sia qualche dubbio di legittimità costituzionale. Critiche simili arrivano dall’opposizione: un baccano che fa passare in secondo piano un altro provvedimento approvato dal Cdm che ha portato i magistrati fuori ruolo a 180. "La norma entrerà in vigore nel 2026 – spiega Nordio – perché allo stato attuale non sarebbe possibile depauperare di magistrati organi costituzionali tipo la Corte dei conti".