Venerdì 8 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Terzo mandato, la Lega non molla. Ma servono i voti dell’opposizione

Sulla carta al Senato il Carroccio può prevalere insieme al centrosinistra (anche se il M5s è contrario). Zaia non demorde. Meloni tira dritto: incontrerà Salvini e Tajani mercoledì per trovare la quadra

Il leader della Lega Matteo Salvini, 50 anni, e il governatore veneto Luca Zaia (55)

Il leader della Lega Matteo Salvini, 50 anni, e il governatore veneto Luca Zaia (55)

Roma, 18 febbraio 2024 – “Non è una cosa che mi sta togliendo il sonno, se ne sta occupando il Parlamento. Io faccio il ministro delle opere pubbliche e cerco di creare lavoro", risponde il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, a proposito di terzo mandato per sindaci e governatori. "Personalmente penso che porre un limite ai mandati per gli amministratori degli enti locali sia un errore", sostiene il vicepremier da Cagliari. Se non c’è per i ministri, osserva Salvini, "perché metterlo per sindaci e governatori? Tuttavia, non è sicuramente questo che farà litigare il centrodestra". Anche se dall’entourage del governatore veneto Luca Zaia, sulla cui poltrona si concentrano le mire di Fratelli d’Italia, fanno sapere che non è a suo scapito che possono essere siglate intese tra i leader di maggioranza. A intendere che, anche nel caso che uscisse dalla porta, il terzo mandato potrebbe rientrare dalla finestra. Mercoledì prossimo Giorgia Meloni incontrerà in Sardegna i vice Salvini e Antonio Tajani per dirimere la questione dell’emendamento leghista, che incombe in commissione Affari istituzionali del Senato, per introdurre il terzo mandato nel decreto che fissa l’Election Day (8 e 9 giugno Amministrative e Europee) e permette il tris ai sindaci dei comuni sotto i 15mila abitanti. Giovedì si riunisce infatti la commissione e la maggioranza deve trovare una quadra, visto che sulla carta nell’Aula del Senato Lega e opposizioni unite prevarrebbero; anche se per i 5 Stelle il terzo mandato è cicuta. Si prospetta perciò un’intesa per ritirare il contrastato emendamento del Carroccio. Nel frattempo però la Lega ha anche presentato un disegno di legge. E su questo potrebbe tornare all’attacco sia prima che dopo le Europee. Nel caso ad esempio che Salvini non conducesse la Lega a doppia cifra, a maggior ragione servirebbe un risarcimento e a maggior ragione nei confronti della componente europeista di Zaia e gli altri amministratori. I quali potrebbero anche insidiare la leadership del Capitano. Tanto per sicurezza da Fratelli d’Italia fanno presente che "non a caso Meloni si è messa il limite di due mandati". A conferma del fatto che il no è "granitico". Comunque "non è per una Regione o un governatore" che il partito della premier può abdicare a un punto di principio come il limite dei due mandati. Eppoi "ci son tante altre questioni in ballo, come i ballottaggi", da mettere sul piatto del negoziato nella maggioranza. Anche se, certo, per Meloni il premierato rimane la madre di tutte le riforme e il pericolo che la Lega – già tiepida da sempre – si metta di traverso rimane concreto e da scongiurare. La questione, insomma, non sembra destinata a chiudersi presto. Nell’immediato l’emendamento potrebbe essere ritirato, il che consentirebbe tra l’altro di liberarsi del governatore emiliano-romagnolo Stefano Bonaccini in direzione Europa: così da contendere la Regione nel 2025 col ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il Pd, infatti, è preoccupato sia per l’Emilia rossa che per la Campania del pirotecnico Vincenzo De Luca, e ancor più del malessere degli amministratori. Tanto che la segreteria del Nazareno ieri si è resa conto delle necessità di un dialogo tra gruppi parlamentari e sindaci. Certo è che l’entourage di Zaia non pare intenzionato ad ammainare la bandiera del terzo mandato. Il 32,5% di FdI alle politiche, fanno presente da palazzo Balbi, è composto in gran parte di voti del governatore, che alle regionali del 2020 ha preso il 76,8% dei consensi, di cui il 44,5 alla sua lista personale, oltre al 17 della Lega. Tanto per far capire che una sua lista personale sarebbe in grado di togliere la Regione alla destra.