Neppure un mese è passato dalla strage di Suviana quando sette persone, tecnici e operai, furono uccisi nell’esplosione di una centrale elettrica. Dopo quel maledetto 9 aprile, a distanza di 1.200 chilometri, c’è da aggiornare il libro doloroso delle morti bianche: a Casteldaccia, in provincia di Palermo, 5 morti, un operaio ricoverato in codice rosso, un altro illeso. Gli operai, tutti esperti, erano impegnati in alcuni lavori di manutenzione di un impianto di sollevamento delle acque reflue per conto dell’Amap, la società che gestisce le condotte idriche e fognarie a Palermo e di 53 altri Comuni.
Sono morti uno dietro l’altro, calandosi in un tombino dell’impianto fognario. Dopo che i primi tre operai erano rimasti intrappolati nel sottosuolo, gli altri tre si sono calati per capire cosa stesse succedendo. Il settimo componente della squadra, non vedendo uscire i colleghi, ha dato l’allarme. A soccorrerli sono stati i vigili del fuoco e i sanitari del 118 che hanno provato a rianimarli sul posto. Per cinque di loro non c’è stato nulla da fare; il sesto è stato trasferito d’urgenza al Policlinico di Palermo dopo essere stato intubato. È grave. Sei dei sette operai al lavoro erano dipendenti della Quadrifoglio group srl di Partinico, una ditta che lavora su mandato della municipalizzata palermitana Amap. Il settimo è un interinale dell’Amap. La municipalizzata, a corto di personale, da anni ha esternalizzato alcuni servizi e utilizza operai di ditte private o lavoratori interinali in attesa di terminare le procedure di concorso per nuove assunzioni pendenti dal 2022.
L’immane tragedia è avvenuta poco dopo mezzogiorno. La squadra dei primi tre operai era entrata nei cunicoli che portano all’impianto di sollevamento, che si trova proprio sotto un’importante e storica azienda vinicola siciliana. Poi la richiesta di aiuto e il generoso tentativo degli altri tre compagni di lavoro. Ma l’idrogeno solforato, il "gas killer", non ha dato loro scampo. "Se fossero state prese tutte le precauzioni, ovvero mascherine con ossigeno, tutto questo non sarebbe successo", ha detto il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Palermo Girolamo Bentivoglio Fiandra. Quando i soccorsi sono arrivati, poco prima delle 14, i cinque operai morti e l’altro ferito, erano all’interno della vasca di sollevamento.
"Non è ancora chiaro per quale motivo fossero in quell’area" dice l’ingegnere Antonino Bertucci, responsabile del nucleo SAF (Speleo Alpinistica Fluviale) dei Vigili del fuoco. "Quando sono in gioco le acque reflue, vi possono essere diversi elementi, dal metano all’idrogeno solforato, alcuni inodori ma letali". Tre operai sono stati tirati fuori con una scala mentre per gli altri è stato necessario l’intervento dei sommozzatori del Saf che si sono immersi nella vasca. "Cinque uomini morti per un pezzo di pane. È inconcepibile", inveisce il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da New York, commenta: "Auspico che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente. Ma l’ennesima inaccettabile strage sul lavoro - a pochi giorni dal Primo Maggio - deve riproporre la necessità di un impegno comune". "Sconvolge la notizia degli operai coinvolti nel tragico incidente avvenuto a Casteldaccia. Alle famiglie delle vittime il mio profondo cordoglio. Sia fatta piena luce su questa tragedia", dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni "Non è giusto che si esca di casa per lavorare e si rischi di non tornare. Vicinanza ai lavoratori caduti", aggiunge il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. In Sicilia, nel 2023 si sono contate 65 vittime di cui 16 a Palermo. "Numeri in crescita – dicono i sindacati - ma non quello degli ispettori del lavoro, segnati da carenze di organico profonde".