Il re non è (ancora) morto, viva il re. Toti non ha messo le dimissioni sul tavolo, ma nei palazzi della politica si pensa già al sostituto al vertice della Liguria. Epilogo ineluttabile nel caso – per alcuni scontato – della conferma degli arresti per l’attuale governatore. C’è circa un mese di tempo per sciogliere il rebus: quanto basta per tenere aperta la finestra elettorale autunnale. Quando al voto andranno l’Umbria e l’Emilia-Romagna nel caso, piuttosto prevedibile, che Stefano Bonaccini diventi un europarlamentare.
Nel centrosinistra scalda i motori da tempo l’ex ministro Andrea Orlando, che punta a mettere insieme un campo largo se non larghissimo; fatica invece ad avviarsi la macchina per il centrodestra. L’impresa di mantenere la guida della Regione sembra talmente ardua che i papabili latitano. Il clamore mediatico che avvolge la vicenda non invoglia a gettarsi in una missione impossibile. A sfogliare la margherita dei nomi è soprattutto FdI: non solo perché il partito della premier è sottodimensionato a livello amministrativo, ovvero ha pochi governatori rispetto al peso elettorale, ma anche perché finora immune dall’inchiesta che ha investito la Regione. Il piano A su cui ragionano a via della Scrofa è la candidatura di un civico: sembra però tramontata l’ipotesi più forte, la discesa in campo di Federico Delfino, rettore dell’università di Genova. Mentre si continua a scandagliare il terreno del civismo, i vertici tricolore valutano identikit politici, come quello del coordinatore ligure Matteo Rosso, dell’assessora regionale Simona Ferro e dell’ex vicesindaco di Genova, Massimo Nicolò, tutti esponenti di FdI.
Qualcuno nella Lega sussurra il nome del sottosegretario ai trasporti, Edoardo Rixi: non solo il diretto interessato ha smentito, ma dal partito di Giorgia Meloni fanno notare che il Carroccio candida in Umbria l’uscente Donatella Tesei, dunque non può avanzare pretese sulla Liguria né sull’Emilia-Romagna, visto che nel 2020 Salvini perse la regione con la fedelissima Lucia Borgonzoni. Teoricamente, pure Forza Italia potrebbe proporre una candidatura, soprattutto se alle Europee superasse il Carroccio: circola il nome di Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo, figlio di Roberto Bagnasco, unico deputato eletto in Liguria dagli azzurri. Si vedrà: con Toti ancora in campo, gli scenari sono ipotetici. Di certo, c’è che la cautela è massima. Si temono gli sviluppi dell’inchiesta e pure gli appuntamenti elettorali in vista delle Europee sono ridotti al minimo.
A sinistra, dove il pressing sul governatore affinché si dimetta è continuo, i lavori per la successione sono avviati da un pezzo. Con Orlando lanciato verso la conquista della "sua" regione, l’ago della bilancia sono i Cinquestelle. Secondo i bene informati, ci sarebbe già stato un contatto tra l’ex ministro Pd e il leader M5s, Giuseppe Conte: "Do per scontata un’alleanza tra noi e i democratici – dichiara il capogruppo del Movimento in regione, Fabio Tosi – ma al momento non è stato fissato un vertice sul candidato". Fatto sta che da Avs Nicola Fratoianni non ha chiuso ad Orlando né l’hanno fatto Raffaella Paita, plenipotenziaria renziana in Liguria, Carlo Calenda o Ferruccio Sansa, la figura su cui vorrebbero puntare i Verdi. Mentre tra i democratici c’è chi non esclude un interessamento della senatrice Annamaria Furlan, lo stesso Orlando apre "a figure in grado di allargare al massimo" una coalizione che tutti i partiti dell’opposizione vorrebbero unita.