PIOLTELLO (Milano)
"Apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo". Sergio Mattarella risponde a Maria Rendani, la vicepreside dell’istituto Iqbal Masih di Pioltello che lo aveva invitato a visitare la scuola di frontiera, dopo la pioggia di critiche ricevute per lo stop alle lezioni nel giorno di fine Ramadan. La docente non è un voce qualunque per il Quirinale: da due anni la prof è cavaliere al merito per scelta dello stesso Presidente, proprio per l’impegno sull’inclusione in classe durante i difficili mesi del Covid.
Le parole del messaggio hanno riempito la stanza dove lunedì sera il Consiglio d’Istituto ha corretto il calendario scolastico per confermare la scelta di fermarsi il 10 aprile. Il testo è stato letto all’inizio della seduta. "Gentile professoressa, ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e nel ringraziarla desidero dirle che l’ho molto apprezzata. Al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo". Segue la firma autografa del Capo dello Stato.
Fuori dai cancelli le troupe televisive, dentro il preside Alessandro Fanfoni, i colleghi, i genitori e il personale che hanno riscritto la delibera contestata dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e dalle autorità regionali. Una correzione che conferma la decisione di dieci mesi fa di lasciare tutti a casa nel giorno in cui finisce il digiuno islamico, come accadrà anche il 26 aprile, in una realtà in cui su 1.300 studenti, quasi la metà è straniero. Per spiegare le ragioni della scelta, il dirigente prende a prestito da uno dei tanti messaggi social di questi giorni di fuoco una citazione di Gandhi: "La nostra abilità di raggiungere l’unità nella diversità sarà la bellezza e il test per la nostra civiltà". E lo fa per mettere un punto a tutto quello che è successo e ricominciare: "Chiediamo rispetto per le nostre decisioni. Vogliamo vivere con tranquillità la scuola", dice. Poi torna sui motivi della rettifica votata da tutti. "Solo questioni di carattere didattico ed educativo – precisa –, come prevedono le norme". Nessuna sottomissione, ma solo "l’inutilità di fare lezione quando le aule sono semivuote". Assenze di massa che "comprometterebbero l’efficacia della didattica", anche il giorno dopo la Festa della Liberazione. Ma potrebbe non essere finita qui. L’intero impianto del provvedimento dovrà di nuovo passare sotto la lente dell’Ufficio scolastico lombardo. A ricordarlo è lo stesso ministro Valditara, che aggiunge: "Continuo a credere che una vera e costruttiva inclusione si faccia con le scuole aperte". Per poi ribadire che "le irregolarità c’erano e che le polemiche sono state pretestuose".
Fra due posizioni che restano distanti, un punto di contatto si è però stabilito. E anche questo si gioca su una data precisa, il 21 maggio. Valditara aveva suggerito di non fermare le lezioni il 10 aprile, ma di dedicare il momento "al dialogo interreligioso". "Una proposta interessante" per il Consiglio d’Istituto, che l’ha adottata trasferendola però di due mesi, in occasione della Giornata mondiale della diversità culturale.
Se Pioltello si augura di tornare alla consueta serenità di provincia, la politica ha tutt’altro che chiuso la partita. "Ringrazio il presidente Mattarella, il suo è un segnale di distensione e di sostegno a tutta la comunità dopo giorni difficili – commenta la sindaca Ivonne Cosciotti –. Ora aspettiamo il ministro dell’istruzione che ha annunciato una visita alla nostra scuola". Il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato promette un’interrogazione "per capire adesso il ministro cosa intenda fare sulla decisione dei docenti, la cui perseveranza considero inaccettabile". Di segno opposto l’intervento di Irene Manzi, responsabile scuola del Pd: "Dall’Iqbal Masih è arrivata una lezione di civiltà".