Roma, 15 gennaio 2024 – "Se Elly si volesse candidare in un collegio perché vuole andare in Europa e dimettersi dal Parlamento italiano, sarebbe una decisione che renderebbe difficile per lei continuare a essere segretaria del Pd – se non altro per la distanza –, ma sarebbe ineccepibile dal punto di vista formale. Una candidatura in ogni circoscrizione sarebbe invece sbagliata".
La senatrice del Partito democratico Sandra Zampa è chiarissima sul proposito di Schlein di candidarsi alle elezioni europee. E cita anche un precedente significativo: "Intanto perché l’ha fatto Berlusconi. E poi perché è il contrario dell’idea di democrazia che abbiamo fatto crescere nell’Ulivo e nel Pd. E poi quale sarebbe l’obiettivo?".
Forse quello di portare un valore aggiunto?
"Può anche darsi, per carità, ma davvero un po’ di voti in più fanno la differenza? O la fa di più la lealtà con gli elettori? Prodi ha vinto le elezioni perché ha costruito un rapporto rispettoso con il cittadino. Ora che serietà avrebbe candidarsi e poi magari dimettersi?".
Sarebbe una truffa nei confronti degli elettori?
"Certo. Tanto più mentre noi contestiamo la cultura del leaderismo e la riforma del premierato. E sarebbe anche in conflitto con quello che Schlein ha sempre detto. L’ho sempre sentita parlare di comunità, di famiglia. Ora si corre da soli? Abbiamo contestato le candidature a destra e a manca perché il cittadino elettore deve avere una vicinanza massima con l’eletto, e ora ci candidiamo per dimetterci? Sarebbe una presa in giro paurosa".
Poi c’è il problema dell’alternanza uomo-donna nelle liste.
"Esatto, questa scelta danneggia enormemente le donne. Abbiamo già vissuto una rivolta all’epoca di Maria Elena Boschi. Se Elly si candida e poi si dimette, al suo posto subentra un uomo. Proprio lei che ha contestato a Meloni di correre da sola? Io conosco la sua passione per l’Europa, ma una sua candidatura oggi sarebbe un errore molto grave. Io sinceramente non penso che lo farà".
A parte le Europee, con le regionali sembra essere entrato definitivamente in crisi il metodo delle primarie per la scelta del candidato.
"Su questo ho meno obiezioni. È inaccettabile che ci siano cento formule diverse l’una dall’altra. Ma mi sembra anche che i problemi della destra battano i nostri, ecco".
E le divisioni tra i dem sull’Ucraina?
"Guardi, il 90% di noi ha seguito la segretaria. Mi sentirei di non esagerare l’accaduto, anche perché credo ci siano state anche incomprensioni per la mozione che era stata presentata da altre forze politiche. Forse qui abbiamo scontato un insufficiente confronto. Però questo è un problema che si corregge rapidamente. Mi aspettavo che il partito fosse più solido, però tutto sommato abbiamo retto bene".
Alla radice di questo e altri problemi c’è però il fatto che oggi il Pd è un po’ in mezzo al guado tra Calenda e il M5s.
"Ma no. Calenda è uno, il M5s ha il 15%. Non li metterei sullo stesso piano. Certo, dobbiamo intensificare il confronto e si tratta di un lavoro lungo, come ci ha insegnato Prodi. Mi sentirei invece di dire che il Pd deve essere più capace di indicare obiettivi e priorità sulla base di un progetto politico. Poi potremo confrontarci con gli alleati. E Calenda deciderà dove andare. Oggi mi sembra che debba dire a sé stesso che ha sbagliato tutto. Non credo che possa insegnare agli altri".
Quel che si vede da fuori è che Prodi ha incoronato Schlein come federatrice e poi l’ha gelata sulle Europee.
"Prodi ha detto che Elly può aspirare a essere la federatrice, visto che è il partito cardine di un’alleanza. A lei spetta il compito di creare un progetto politico per il Paese e definire le alleanze. Ma sulle Europee ha detto che quel che vale per Meloni vale anche per lei. Ma è evidente che dice quello che pensa visto che gli viene chiesto dal partito. E credo che sia un bene. Abbiamo molto da imparare da lui".