Mercoledì 24 Aprile 2024

Salvini taglia le scorte: "Chi non rischia può andare in taxi"

Secondo il Viminale sono troppi 585 tutelati. Botta e risposta con Saviano

Matteo Sanvini: pronto il piano taglia-scorte (Dire)

Matteo Sanvini: pronto il piano taglia-scorte (Dire)

Roma, 10 novembre 2018 - In pochi anni la scorta è passata da status symbol e immagine di potere, a rappresentazione plastica di privilegio e spreco di denaro pubblico. Ecco perché ora il Viminale ha deciso di razionalizzarne ulteriormente l’uso dopo la stretta dei passati governi. Lo Stato attualmente spende circa 200 milioni l’anno per garantire l’incolumità di 585 persone tra politici, magistrati, imprenditori, giornalisti e personalità varie. Dopo gli Stati Uniti, come ha fatto notare Salvini «siamo il Paese europeo più scortato, quello che spende più soldi e investe più uomini».

E allora, per non alimentare ancor di più l’insofferenza dei cittadini, non basta aver modificato il protocollo degli agenti dicendo basta a sirene spiegate e passaggi con il semaforo rosso, a meno che non sia strettamente necessario. Basta anche a buste della spesa portate dagli agenti che tanto scandalo hanno provocato. Serve un altro giro di vite. Salvini pretende che entro la prossima settimana tutti i dispositivi di protezione vengano analizzati per evitare errori di valutazione e garantire la tutela a chi davvero è in pericolo. Lo scopo è risparmiare qualche milione di euro ma soprattutto prevenire abusi e sprechi. 

I numeri: sono 2072 le unità delle forze dell’ordine attualmente impegnate nella scorta di 585 persone. Quattro le categorie, in base al livello di rischio. Quello più elevato è scattato per 15 persone che hanno a disposizione quasi dodici uomini ciascuno che si alternano su turni, 57 cittadini hanno la scorta su auto specializzata. Poi 276 casi di tutela con macchina blindata e 237 con auto non protetta. Tra questi 277 magistrati, 18 esponenti di governo, 69 politici, 43 imprenditori e 21 giornalisti. Ma a chi saranno tolte le scorte? Salvini non ha dubbi: «Non mi permetterò di guardare nomi e cognomi – ha spiegato il ministro dell’Interno – se c’è qualcuno che non rischia più alcunché e da anni usa un poliziotto o un carabiniere come autista privato, potrà farne a meno e prenderà il taxi, il treno, la metropolitana, come tutti gli altri comuni mortali. Qualcun altro invece meriterà più scorta e attenzione».

Anche Roberto Saviano è a rischio e ieri è stato protagonista di un altro durissimo botta e risposta su Twitter con Matteo Salvini. L’autore di Gomorra ha scritto: «Fatti una vita politica tua. Facci vedere senza castrazioni chimiche e attacchi quotidiani quanto vali. L’impressione è che, da fastidioso parassita, tu valga molto poco». Parole feroci alle quali il leader della Lega ha replicato: «Il ricco scrittore mi insulta tutti i giorni, che pena. Ma va bene, per fortuna l’8 dicembre a Roma in piazza del Popolo non ci sarà, lui preferisce New York».

In ogni caso – fanno sapere dal Viminale – non ci sarà nessuna rappresaglia nei confronti di Saviano. Saranno i tecnici a decidere in piena autonomia, con Salvini che ha dato precise disposizioni ai suoi fedelissimi: «Non intendo mettere bocca, su nessuno, tantomeno su di lui». Per scoprire se conserverà o meno la sua scorta non bisognerà attendere molto. Basteranno pochi giorni.