Lunedì 29 Aprile 2024

Roberto Fico (M5s): "A Bari un problema morale. Accettiamo solo alleanze nate sui temi e nelle città"

Continua la ricerca di un candidato comune con il Pd nel capoluogo pugliese. L’ex magistrato Colaianni: "Se l’invito venisse da tutti i partiti potrei accettare". Ma il cadidato grillino non ci sta. "Io e i miei sostenitori rimaniamo in campo".

Roberto Fico (M5s)

Roberto Fico (M5s)

Roma, 15 aprile 2024 – Onorevole Roberto Fico, Cinquestelle, ex presidente della Camera: dopo il caso Puglia dem e grillini si scambiano frecciate, ma intanto localmente si stringono alleanze. A Bari è possibile una ricomposizione su Nicola Colaianni?

"Facciamo un passo indietro: nessun attacco al Pd. Abbiamo solo osservato che non c’erano le condizioni per le primarie a Bari. Per coerenza e chiarezza è necessario tenere alta l’asticella morale, ma non lo facciamo contro qualcuno. Al contrario, significa per noi fare buona politica. È un tema identitario del Movimento, non certo una novità. Per Bari poi vedremo: la valutazione spetta innanzitutto ai portavoce sul territorio insieme a Giuseppe Conte".

L’azzeramento e il rimpasto chiesti da Schlein e accolti dal governatore Emiliano sono il salto di qualità auspicato dopo l’uscita della giunta pugliese? Potreste rientrare?

"Vedremo i prossimi passi. Noi abbiamo proposto un patto per la legalità, con una serie di proposte che riguardano trasparenza e buone pratiche. Il problema non sono gli assessori del M5s, ma ciò che si riesce a fare per la comunità pugliese".

In molte città crescono intanto le alleanze: il campo largo funziona meglio sui territori che a Roma?

"Il fronte progressista funziona quando c’è un perimetro chiaro: valori e obiettivi condivisi e un programma costruito insieme. Lavorare in modo incisivo sui territori è un requisito fondamentale per operare al meglio a livello nazionale. Guardiamo Napoli, dove la giunta sostenuta da M5s e Pd sta lavorando bene, o la Sardegna, dove si è appena insediata Alessandra Todde dopo aver vinto col sostegno di M5S, Pd e altri. Dimostriamo giorno per giorno che si può lavorare insieme. Anche in Parlamento, dove ci siamo presentati con programmi e liste differenti dopo la scelta dell’allora segretario dem Enrico Letta, ci sono molti temi su cui dialoghiamo proficuamente. Uno per tutti: il salario minimo".

Dichiarandosi a favore dell’impegno unitario di Schlein e di un’alleanza strategica, Rosy Bindi esorta il M5s a un’esplicita scelta di campo. Lei cosa ne pensa?

"Penso che siamo convintamente nel campo progressista e che sappiamo bene che serve costruire un’alternativa alle destre che governano il Paese".

Perché allora non impegnarsi da subito stabilire il perimetro condiviso chiesto dagli elettori prima ancora che dai vertici dem?

"Su diversi dossier riusciamo lavorare bene insieme. Su altri invece ci sono delle distanze. È fisiologico, perché la dialettica e il confronto sono sani".

Tra gli argomenti di confronto c’è certamente lo scacchiere internazionale. Dopo l’attacco iraniano considera più allarmante il pericolo di escalation in Medio Oriente o la guerra russo-ucraina?

"Sono due scenari che preoccupano molto entrambi. Oggi più che mai abbiamo bisogno di diplomazia. Serve un impegno forte dell’Unione europea per una de-escalation. Finora non c’è stato. Vorrei che lavorassimo tutti per questo".

Passate le europee col proporzionale, le elezioni del 2025 in Puglia, Campania, Emilia Romagna e Toscana saranno dirimenti per il centrosinistra. Siete pronti all’impegno comune?

"Prima ci sono le Europee, appunto. Avremo un nostro programma e nostri candidati, così come il Pd avrà i suoi. Poi toccherà alle altre scadenze elettorali. Facciamo un passo per volta, con coerenza e chiarezza".

Presto quindi per ipotizzare che lei possa essere il candidato unitario in Campania?

"Io rispetto le regole del Movimento sul limite dei due mandati, come fanno tanti altri colleghi impegnati senza ruoli elettivi. In Campania auspico davvero si riesca a replicare il modello Napoli. Ma prima vengono un programma e un’intesa complessivi, poi i nomi. Anche perché c’è tempo".