Giovedì 25 Aprile 2024

Carola Rackete, il Pd sale a bordo. Poi si spacca

La sinistra ha trovato un'icona ma i dem sono divisi sulla 'linea Minniti'

Il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio con la capitana Carola Rackete (Ansa)

Il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio con la capitana Carola Rackete (Ansa)

Roma, 30 giugno 2019 - E sali sulla nave, e scendi dalla nave. E dormi all’addiaccio e ti prendi gli insulti. Da una parte solidarizzi con Carola Rackete, ma in Parlamento voti per la linea Minniti – la quale ritiene i porti libici sicuri – contro la linea Carola (e, anche, linea Gino Strada o linea Roberto Saviano). La vita del parlamentare di centrosinistra, di fede democratica, è durissima, in questi giorni. Carola è ormai un’eroina della sinistra. C’è la Cgil, con il leader Maurizio Landini, che la paragona a Rosa Parks e spiega chiaramente quale sia la parte giusta. Carola, naturalmente. Facile? Mica tanto. Se sei nel Pd, schierarsi ‘senza se e senza ma’ con la capitana può diventare complicato.

Si fa presto a proclamare principi universali e di buon senso, come fa il segretario del Pd, Nicola Zingaretti ("un governo democratico dovrebbe tenere insieme i principi di umanità, sicurezza e legalità"). Il problema è riuscire, insieme, nello stesso lancio d’agenzia, a esprimere vicinanza sia alla nuova eroina della Sinistra-Sinistra, la ‘pirata’ Carola, arrestata, sia alla motovedetta della Guardia di Finanza speronata da Carola medesima come se i finanzieri italiani fossero ‘pirati’ che vogliono abbordare la sua nave. Un inferno.

Ecco, fare politica nel Pd formato 2019 è un inferno. I principi del diritto si intersecano e confondono con quelle della politique politicienne . Renzi, che ha sposato la linea Minniti (dura) sulla Libia, per contenere il più possibile i flussi migratori, ora fomenta il fuoco amico di Matteo Orfini contro Minniti stesso. Il motivo? Minniti, oggi, nel Pd appoggia Zingaretti, il quale ne ha sposato la linea (dura, ma gentile, essendo lui Zingaretti). Delrio, che con Minniti litigava un giorno sì e l’altro pure, da ministro dei Trasporti contro il ministro dell’Interno, sul tema dei migranti, sale e dorme sulla Sea Watch 3 in compagnia del ‘rebelde’ Nicola Fratoianni, che con la sua Sinistra italiana finanzia un’altra nave Ong, Mediterranea.

In Parlamento, però, è tutta un’altra storia. Quando si tratta di votare le mozioni che rifinanziano le missioni italiane in Libia, Delrio fa sposare al gruppo la linea Minniti a costo di perdere diversi voti di parlamentari dem che finiscono per votare con LeU e Articolo 1. Tra questi voti c’è, appunto, Matteo Orfini, che era dalemiano, poi è stato renziano, ma oggi, con tutti i suoi, vota contro la risoluzione del Pd sulla Libia perché, appunto, questa sposa la linea Minniti, contro il quale Orfini si è sempre scagliato.

E così, dopodomani, alla Camera, il povero Enzo Amendola, nuovo responsabile Esteri della Segreteria, ci dovrà mettere del bello e del buono per trovare un filo rosso comune, dentro il suo partito a partire dai gruppi dem, per impedire che i giornali titolino "Migranti, il Pd si spacca".

Si replica, peraltro, il giorno dopo, al Senato, dove le mozioni di rifinanziamento della missione italiana in Libia devono ancora arrivare e dove i soliti renziani pure lì vogliono votare contro.

Un guazzabuglio. Un deputato di area Zingaretti, sbotta: "È stato un grave errore salire su quella nave. La gente, purtroppo, odia i profughi e Salvini cresce nei consensi".