Martedì 7 Maggio 2024

Antisemitismo, via libera alla 'Commissione Segre'. Centrodestra si astiene

Approvata con standing ovation la mozione contro l'istigazione all'odio. Ma è polemica. Salvini: "Non vogliamo bavagli"

La discussione sull'istituzione della Commissione proposta da Liliana Segre (LaPresse)

La discussione sull'istituzione della Commissione proposta da Liliana Segre (LaPresse)

Roma, 30 ottobre 2019 - La mozione di maggioranza a prima firma Liliana Segre per l'istituzione di una Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza è stata approvata dall'Aula del Senato con 151 voti a favore e 98 astenuti. Il voto è stato accolto con un lungo applauso da tutto l'emiciclo, che si è rivolto verso la senatrice a vita, sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti. Ma non sono mancate le polemiche.

La commissione è stata fortemente voluta dalla Segre che aveva, dall'inizio della legislatura, sottolineato il riemergere di episodi di antisemitismo e di odio razziale e la diffusione nelle piattaforme social del cosiddetto "hate speech" (il linguaggio violento nei confronti delle minoranze). Le astensioni sono arrivate dal centrodestra, i cui esponenti - Lega in primis - hanno espresso alcune perplessità su alcuni contenuti del dispositivo, lesivi a loro avviso della libertà di espressione. "Non aver voluto trovare punti di condivisione per far nascere la commissione col consenso di tutti - ha osservato la senatrice leghista Stefania Pucciarelli - è stata un'occasione persa. Non per togliere nulla alla senatrice Segre - ha aggiunto - cui va tutta la nostra solidarietà, ma con questi presupposti il gruppo della Lega si asterrà". Analoga posizione è stata espressa da FdI e FI, mentre un sì convinto è arrivato da tutti i gruppi di maggioranza, con forti accenti polemici da parte dell'esponente di Iv Davide Faraone, che ha attaccato nel corso del proprio intervento gli esponenti del Carroccio, parlando di "teoria negazionista" della Lega, per la quale "se un insulto lo dice un italiano che ha perso la casa è disagio sociale e se invece lo dice un migrante o un militante di estrema sinistra è un reato".

Una scelta, quella di astenersi, anticipata nei nei giorni scorsi dal leader leghista Matteo Salvini, e ribadita dopo il voto: "Siamo contro il razzismo - ha detto Salvini a Palazzo Madama - la violenza, l'odio e l'antisemitismo senza se e senza ma. Non vorremmo che però che qualcuno a sinistra spacciasse per razzismo quella che per noi è una convinzione, un diritto, ovverosia il 'prima gli italiani'. Siamo al fianco di chi vuole combattere pacificamente idee fuori dal mondo però non vogliamo bavagli, non vogliamo uno stato di polizia che ci riporti a Orwell".