Roma, 24 maggio 2024 – Non è il confronto, e nemmeno gli somiglia. Il palco è lo stesso, quello del Festival dell’Economia a Trento, però Giorgia Meloni ed Elly Schlein ci salgono in orari diversi e con diversi intervistatori: Maria Latella per la premier, Ferruccio De Bortoli per la leader Pd. Senza interlocuzione, senza mimica, il duello è finto come la plastica. Ci provano a rimbeccarsi – Elly ha il vantaggio di parlare dopo – però l’incontro in differita si riduce alla ripetizione un po’ stanca di slogan elettorali detti e ridetti.
![Giorgia Meloni ed Elly Schlein](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/ODY4MjJiNzktNDk0OC00/0/giorgia-meloni-ed-elly-schlein.webp?f=3%3A2&q=1&w=1560)
Meloni magnifica il premierato – misura democratica che "rimette la scelta dei governi in mano ai cittadini" – puntando sull’economia: "La stabilità aiuta la crescita". In barba alla scaramanzia lancia la sfida: "O la va o la spacca. Nessuno mi chieda di scaldare la sedia o di stare qui a sopravvivere, non sarei la persona giusta per ricoprire questo incarico". Allarga le braccia Schlein: "Non soltanto il Parlamento ne esce indebolito, ma anche il capo dello Stato, i cui poteri non vanno toccati". Sul lavoro, la premier attacca: "La segretaria del Pd ci ricorda i disastri della sinistra al governo. Ci dovrebbe dire cosa ne pensa". Centocinquanta minuti dopo, Elly non ce la fa a negare l’evidenza: "Se la sinistra avesse fatto tutto bene in questi anni, una come me non avrebbe mai vinto le primarie del Pd. Ma dopo 19 mesi, per quanto tempo ancora continuerà a scaricare le responsabilità sugli altri?". Non ha torto l’una e non ha torto nemmeno l’altra. Equa divisione del disonore, pari e patta.
Anche sul redditometro si scontrano due debolezze. Per la premier è motivo di imbarazzo, infatti squaderna spiegazioni poco articolate: "Ho sospeso la norma perché voglio vederla meglio". Schlein rilancia: "Il governo è confuso e incoerente". Impossibile darle torto, ma l’argomento è tabù anche per il Nazareno: se l’attacchi ti metti contro parte della base. Se difendi l’impopolare strumento, dici addio a un bel pacchetto di voti. Nel dubbio, Elly cambia tema: "Mi preoccupano i 19 condoni che hanno fatto in 19 mesi". Sanità, debito, Superbonus: il rimpallo di ricette è lungo.
Giù dal palco, la leader Pd punta sulle battute: "Meloni non ha detto una parola su Toti. È il silenzio degli indecenti". Sì, Giorgia preferisce parlare di Marine Le Pen: "Abbiamo punti in comune, ma non facciamo gruppo insieme". Se accadesse, potremmo vedere uno scontro vero e senza esclusioni di colpi. Quello fra le due first lady della destra. Una zampata Meloni non la risparmia: esalta l’accordo sui migranti con l’Albania, nega problemi con il premier Rama: "Ci siamo chiusi in una stanza e abbiamo fatto l’intesa. Come direbbe Elly Schlein, non ci hanno visto arrivare". Almeno una cosa in comune, ce l’hanno: entrambe ’si impossessano’ del titolo del libro di Lisa Levenstein.