Lunedì 6 Maggio 2024
ANTONIO TROISE
Politica

Manovra, nuovi paletti a quota 100 e reddito di cittadinanza. Ma la Ue non si accontenta

I tecnici al lavoro. E da Bruxelles arriva l'ultimatum

Giuseppe Conte con Jean-Claude Juncker (Ansa)

Giuseppe Conte con Jean-Claude Juncker (Ansa)

Roma, 11 dicembre 2018 - Sarà pure una questione di decimali. Ma resta il fatto che domani, in assenza di numeri concreti, la cena a Bruxelles fra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker potrebbe risultare indigesta. "Se non ci saranno novità sostanziali, la procedura di infrazione andrà avanti. Il tempo è limitato", avverte il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis. Ieri, l’ennesimo vertice a Palazzo Chigi sulla manovra è servito a fare il punto sugli investimenti e, soprattutto, a elaborare le prime correzioni al testo della legge di Bilancio approvato dalla Camera e approdato al Senato.

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Il nodo da sciogliere resta il deficit. L’Italia non vuole scendere al di sotto del 2%, come vorrebbe la Ue, che punterebbe sull’1,9%, con un aggiustamento strutturale del deficit. La cura dimagrante chiesta da Bruxelles costa circa 7 miliardi. Due miliardi arriveranno dal ridimensionamento della dote per Quota 100; 1,5 miliardi dal reddito di cittadinanza. Per gli altri 3,5 miliardi che mancano all’appello l’idea è quella di spostare una parte degli investimenti sul piano degli interventi contro il rischio idrogeologico (che uscirebbero dal perimetro del deficit). Ma Bruxelles vuole garanzie anche sul 2020. E chiede misure concrete per ridurre il debito.

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Il commissario europeo agli Affari Economici, Pierre Moscovici, è stato netto: "Non abbiamo ricevuto alcuna nuova proposta dall’Italia. Ci aspettiamo che arrivi al più tardi per l’incontro fra Conte e Juncker. Non abbiamo imposto austerità brutale e cieca". Il duello è arrivato nella fase decisiva. Ieri, i tecnici del ministero dell’economia, hanno aggiornato le tabelle sui costi relativi alle due misure principali della manovra, pensioni e reddito di cittadinanza. Simulazioni che hanno rivisto al ribasso i 17 miliardi stanziati in un primo momento per il 2019. Ma anche così, i conti non tornano. Tanto che per convincere l’Ue si studiano clausole di salvaguardia automatiche per evitare sforamenti della spesa. Per Quota 100 l’idea è quella di far slittare di tre mesi le finestre di uscita (la prima è prevista ad aprile), mentre per gli statali il primo slot dovrebbe esserci a fine 2019 (fra settembre e ottobre). Il reddito si trasformerebbe in una sorta di fondo di rotazione: oltre una certa soglia bisognerà aspettare che qualche beneficiario trovi un’occupazione, liberando quindi la sua posizione. Per quanto riguarda il 2020, il governo potrebbe rimettere in pista un adeguamento parziale e graduale dell’Iva, facendo scattare in parte la clausola di salvaguardia disinnescata quest’anno.

Trattativa in salita anche sui tagli alle pensioni d’oro: la Lega vorrebbe farli partire da 5mila euro al mese, i 5 Stelle da 4.500. L’idea è un mix fatto di blocco degli adeguamenti per la parte di pensione non coperta da contributi e contributo di solidarietà secco (dal 25 al 40%) per i trattamenti più ricchi. Quasi segnato, infine, il destino dell’ecotassa sulle auto inquinanti: gli esperti del Senato hanno contestato le previsioni di gettito, avanzando dubbi sulla copertura degli interventi per le vetture più ecologiche.