Scaricato. Giorgia Meloni deferisce il deputato-pistolero Emanuele Pozzolo "alla commissione di garanzia dei probiviri di Fratelli d’Italia" e chiede che il 38enne indagato dalla procura di Biella per lesioni colpose, accensioni pericolose, omessa custodia di armi dopo il ferimento del 31enne Luca Campana al Capodanno della Pro Loco di Rosazza, "venga sospeso nelle more del giudizio". Decisione scontata quanto attesa. "Quello che posso fare sul piano statutario", chiarisce la premier alla conferenza stampa di Montecitorio, con rammarico (implicito) per non poter essere più severa.
Altro che "fatto di cronaca senza alcuna rilevanza politica", come inizialmente suggerito dagli ’strateghi’ del partito. Quel proiettile sparato dal revolver North american arms LR22 del parlamentare vercellese, a una festa alla quale erano presenti famiglie e bambini, agita la presidente del Consiglio. Su un tema così delicato, la premier non vuol apparire connivente né accomodante. Preferisce ribaltare il tavolo: "Chiunque detenga un’arma ha il dovere legale e morale di custodirla con responsabilità e serietà, per questo c’è un problema", è l’avvertimento anche a chi, all’interno della forza di maggioranza del governo, si illude ancora di minimizzare. "Qualcuno non è stato responsabile: questo per me non va bene per un italiano, figuriamoci per un parlamentare e un parlamentare di Fratelli d’Italia", è la botta finale all’improvvido deputato vercellese salito a Rosazza armato, nonostante fosse al seguito dello scortatissimo sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (fuori dalla sala al momento del fatto).
La dinamica non chiarita dello sparo, la mancata assunzione di responsabilità, il tira e molla sull’esame dello stub (effettuato solo dopo l’iniziale rifiuto), la mancata consegna dei vestiti ai carabinieri invocando l’immunità parlamentare, rendono Pozzolo politicamente sgradito. E la posizione dell’indagato ora appare aggravata dalla querela presentata ieri mattina in procura dall’elettricista ferito, accompagnato dall’avvocato Marco Romanello. Perché la denuncia solo a 72 ore dal fatto? Il 31enne parte lesa e tuttora in stampelle appare frastornato: "Io sono un semplice operaio e lui è un politico. Mi devo ancora riprendere dallo choc". Parla di "giorni difficili". "C’erano i bambini alla festa. C’erano anche i miei figli", sono le parole che contestualizzano e illuminano la scelta di denunciare. "Non avevo nemmeno capito – rievoca – se fosse una pistola vera o finta. Sentita la botta alla gamba ho pensato a un proiettile del tipo di quelli del paintball. Era doloroso, ma sopportabile. Mi sono spostato in un’altra stanza per verificare meglio, ho visto il buco e sono stato male". La traiettoria seguita dalla pallottola, parallela al pavimento, esclude che l’arma sia stata raccolta da terra. "Ora sento un crampo continuo al muscolo e ogni movimento mi aumenta il dolore", spiega Campana dopo il delicato intervento di microchirurgia per estrarre il proiettile dal quadricipite. "Comprendo che è stato un fatto accidentale, mi basta che si prendano le loro responsabilità", è il messaggio che il ferito manda al parlamentare e al suo entourage.
In attesa dell’esito dello Stub-test a cura del Ris di Parma, l’inchiesta verte sulle testimonianze dei partecipanti al veglione, dichiarazioni che almeno su un punto paiono convergere: sarebbe stato il deputato di FdI, per ora unico indagato, a movimentare la festa mostrando sul palmo la mini pistola calibro 22 – di 10 centimetri per 130 grammi – dalla quale è partito il colpo. Anche il sovrintendente di polizia penitenziaria caposcorta dei Delmastro – e suocero del ferito – avrebbe infatti sostanzialmente confermato la ricostruzione che inchioda Pozzolo al suo esibizionismo.