Gli "spioni" che "setacciavano illegalmente" i dati di centinaia di cittadini "soprattutto di centrodestra". E la richiesta di ascoltare davanti al Copasir "i vertici presenti e passati della Guardia di Finanza e dell’Antimafia". Una nota della Lega firmata dal componente del Comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti, il senatore Claudio Borghi, accende la polemica sull’inchiesta di Perugia. Per il Carroccio l’indagine "rivela un attacco alla Repubblica e alla democrazia che coinvolge Magistratura, Guardia di Finanza e giornali di sinistra, col risultato che in più di una occasione le procure hanno aperto inchieste basandosi su presunti scoop nati sulla base di dati ottenuti illegalmente".
GIORNALI DI SINISTRA
Il riferimento ai "giornali di sinistra" è dovuto ai nomi dei primi tre giornalisti indagati nell’inchiesta, ovvero Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine di Domani. Ieri però il quotidiano ha spiegato che "non c’è traccia di invii delle ricerche effettuate da Striano di informazioni finanziarie relative alle dichiarazioni dei redditi o ai conti bancari di politici e imprenditori, o segnalazioni di operazioni sospette, come paventato ieri da alcuni giornali nazionali". Niente dossier, ma "solamente documenti agli atti delle procure: ordinanze di custodia cautelare e informative delle forze dell’ordine".
LA POLEMICA
Su X il deputato di Azione Enrico Costa si chiede tuttavia se sia giornalismo d’inchiesta "pubblicare notizie segrete conosciute solo perché qualche inquirente le ha scaricate abusivamente da banche dati riservate", mentre il vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Manlio Messina, parla di "metodi da Unione Sovietica" e indica "un dossieraggio scandaloso e illegale nei confronti dei membri del governo e dei politici di centrodestra: non a caso i politici del Pd e del Movimento 5 Stelle non sono state vittime degli spioni". Anche Forza Italia si aggrega: il senatore Maurizio Gasparri, capogruppo azzurro a Palazzo Madama, chiede un’ispezione all’Antimafia, mentre Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, vuole che "non si abbia paura della verità". Italia viva con Raffaella Paita sostiene che Matteo Renzi "è stato il primo a essere vittima di dossieraggio e a denunciarlo: si tratta di un hackeraggio di Stato". Lo stesso ex premier parla di "scandalo da dittatura sudamericana". E da IV interviene anche il capogruppo al Senato, Enrico Borghi, a sua volta membro Copasir: "Se i poteri dello Stato si infilano in una logica perniciosa di dossieraggio ai danni di vertici istituzionali, siamo al di fuori della legge e della Costituzione, e la sovranità popolare viene messa sotto scacco".
LE REPLICHE
Il Movimento 5 Stelle risponde tuttavia facendo notare che tra i personaggi spiati ci sono anche Giuseppe Conte e la compagna Olivia Paladino: "Capiamo la confusione per la sconfitta in Sardegna, ma speriamo che Meloni e soci sappiano ancora leggere almeno la rassegna stampa". Sandro Ruotolo del Pd esprime solidarietà "ai giornalisti che hanno fatto solo il loro dovere", mentre Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra parla di "attacco alla libertà di informazione".