Martedì 30 Aprile 2024

Orario di lavoro, la Lega gela i 5 stelle

"Il progetto penalizza le imprese". E i grillini cercano l’asse con la sinistra radicale

Lavoro, orario di lavoro, foto generica

Lavoro, orario di lavoro, foto generica

Roma, 15 aprile 2019 - La spinta grillina per la riduzione dell’orario di lavoro non va giù alla Lega. Ma finisce per incrociare un’analoga iniziativa della sinistra-sinistra di Fratoianni e Laforgia, che oggi, insieme con il sociologo Domenico De Masi, presenteranno a Montecitorio una proposta di legge che riprende la battaglia delle 35 ore di Fausto Bertinotti. E così, oltre che sul salario minimo, il Movimento e una parte della sinistra (ma anche del Pd) si ritrovano a competere anche sull’orario di lavoro. Un asse giallo-rosso di concorrenza ma anche di possibile convergenza parlamentare che fa storcere il naso a più di un leghista. "Non è nel contratto", avvisano. E il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, l’uomo del settore di Matteo Salvini, incalza senza mezzi termini: "Non è una ipotesi percorribile. In una fase così delicata per l`economia italiana ridurre l’orario di lavoro a parità di salario potrebbe creare una condizione di difficoltà per le imprese".    Certo è che l’uscita del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, qualche giorno fa sull’esigenza di mettere in agenda la riduzione dell’orario per sostenere l’occupazione ha finito per smuovere le acque e far emergere l’iniziativa grillina in materia. Dietro il rilancio del professore, fidato consigliere di Luigi Di Maio, dello slogan ‘Lavorare meno, lavorare tutti’ c’è, come anticipato, il dossier messo a punto dal giuslavorista Piergiovanni Alleva, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna per il gruppo di sinistra-sinistra e anche lui fin dall’anno scorso consigliere informale del vice-premier. Alleva, in sostanza, propone una formula che prevede un neoassunto ogni quattro dipendenti che, a parità di salario, lavorano un giorno in meno a settimana. In pratica, verrebbero utilizzati i 780 euro mensili del reddito di cittadinanza per finanziare un bonus Irpef a favore dei quattro lavoratori che accettano la riduzione di orario: il nuovo lavoratore verrebbe assunto con contratto di apprendistato e, dunque, con un costo del lavoro per l’impresa relativamente basso. In aggiunta, o nel caso di disoccupati senza sussidio, si potrebbe ricorrere a buoni-acquisto detassati di welfare aziendale. Il tutto sulla base dei contratti di solidarietà espansivi.    Va oltre la proposta dei tre esponenti della sinistra extra-Pd Francesco Laforgia, Nicola Fratoianni e Loredana De Petris. "L’obiettivo è ridurre l’orario a parità di salario almeno a 35 ore, senza compensazioni per le imprese", spiega De Masi, che, dopo essersi distaccato dai grillini da mesi, ha fatto il consulente ‘gratuito’ (come tiene a far sapere) per gli esponenti dell’ala sinistra di Leu. "I grillini – insiste De Masi – in questo come in altre cose non hanno il coraggio di andare fino in fondo". Ma a bocciare la spinta del Movimento e dello stesso staff di Di Maio è, da destra, la Lega, che da alleato al governo dei 5 Stelle non sembra avere nessuna intenzione di avallare l’operazione. "L’esperienza di altri Paesi europei – incalza Durigon - ci dice che questa non sembra la strada giusta per dare occupazione".