Giovedì 7 Novembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

La triplice intesa. Giorgia, Ursula e Roberta. Il futuro dell’Unione nelle mani di tre donne

I conservatori potrebbero affiancare i popolari nella coalizione coi socialisti. La tedesca e la maltese in questo modo sarebbero confermate negli attuali ruoli

Bruxelles, 7 dicembre 2023 – Si scambiano telefonate e messaggi un giorno sì e l’altro pure. Condividono informazioni, pareri e commenti più o meno salaci su ciò che avviene nel loro mondo.

La triplice intesa. Giorgia, Ursula e Roberta. Il futuro dell’Unione nelle mani di tre donne
La triplice intesa. Giorgia, Ursula e Roberta. Il futuro dell’Unione nelle mani di tre donne

Se alle due amiche storiche, Giorgia e Roberta, si aggiunge la new entry, l’aristocratica Ursula, sembra di essere catapultati nella serie Sex and the City. Non è così: semmai, il set è quello di House of Cards. Sì, perché le tre donne in questione sono le leader più influenti della politica europea: Meloni, capo del governo di uno dei paesi fondatori dell’Unione, la presidente dell’Europarlamento, Metsola, che viene da Malta, e la tedesca von der Leyen, presidente della Commissione europea. Feeling a prima vista con Metsola per Giorgia: lei milita tra i conservatori, di cui è stata leader, mentre Roberta nel Partito popolare. Ma non vedono l’ora di ritrovarsi se non nello stesso gruppo, nella stessa maggioranza.

E Metsola, almeno, non lo nasconde: "Conosco bene la presidente Meloni. È una donna molto forte, quando parla lei si vede che l’Italia conta". Una sviolinata con i fiocchi. Con la terza amica, invece, all’inizio c’è stato il gelo. Nel primo incontro, il 3 novembre 2022 a Bruxelles, l’algida tedesca appariva circospetta e diffidente. Nel giro di due mesi, però, è cambiato tutto: l’amicizia è sbocciata nella visita a Roma del 9 gennaio: "È stato un piacere incontrare Meloni", disse, a sorpresa, von der Leyen. Di lì un crescendo di armonia, come certificano pure una serie di viaggi assieme. Le mete? Località esotiche, da Lampedusa alla Romagna, ma non per battere locali e spiagge bensì per bollinare ufficialmente l’intesa personale. A trasformare l’amicizia in alleanza politica è stata la missione in Tunisia a luglio (accompagnate dall’olandese Mark Rutte) con la firma di quel Memorandum che mezza Europa prese malissimo e ancora oggi continua a sabotare. Nessuna possibilità però di sabotare la complicità tra Roberta, Giorgia e Ursula.

Il rapporto personale rivendicato e sbandierato ieri dalla leader dell’Europarlamento nel corso della visita a Roma, insomma, c’è davvero come è reale la sintonia tra l’inquilina di Palazzo Chigi e quella di Palazzo Berlaymont (sede della Commissione europea) che, praticamente nelle stesse ore, scrive sui social: "Ansiosa di lavorare con Meloni, sotto la presidenza italiana del G7".

L’obiettivo comune è invece squisitamente politico e, se andrà in porto, pure deflagrante. Si tratta infatti di aprire le porte del salotto buono, fuor di metafora della maggioranza a Strasburgo, ai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e, possibilmente, a tutti i conservatori. La formula ancora non è chiara: dipenderà dall’esito del voto di giugno. Ma l’ipotesi sulla quale inizialmente puntavano tutte e tre di una maggioranza di centrodestra in grado di scaricare il Pse appare oggi poco realistica. Insomma, l’eventualità di una convivenza forzata tra conservatori e socialisti nel Parlamento europeo è assai concreta per quanto fantascientifica potesse sembrare un anno fa. Alta politica ma anche sorti e destini personali, per non dire di carriera.

Nella partita Ursula von der Leyen si gioca la conferma a presidente della Commissione e Roberta Metsola, peraltro considerata anche lei papabile per quell’incarico, ha tutte le intenzioni di continuare a presiedere il Parlamento europeo anche nella prossima legislatura, per quanto minimizzi: "Proverò ad essere candidata a Malta e a rinnovare la fiducia del mio Paese". E Giorgia, che fin dall’inizio del suo mandato ha cercato la sintonia con le due potenti leader europee, farà di tutto per stare dentro i meccanismi che governeranno l’Europa nei prossimi 5 anni. Questione di amicizia, ma anche di potere. Non è detto che i due registri si escludano a vicenda. In questo caso, anzi, vanno brillantemente a nozze.