Sacconi
Il rispetto per le vittime della tragedia di Bargi, realizzatasi in una azienda fortemente organizzata e caratterizzata da un intenso dialogo sindacale, imporrebbe una riflessione quanto piu sobria e sincera alle istituzioni centrali e regionali come ai corpi sociali. La materia della salute e della sicurezza nel lavoro è stata nel tempo regolata in termini bipartisan e con una forte partecipazione di tutte le organizzazioni sindacali. Più controversa è stata la decisione di collocarla tra le competenze concorrenti dello Stato e delle Regioni con la riforma costituzionale del 2001. La vigilanza è stata prevalentemente attribuita ai servizi sanitari regionali e solo nel 2021 allargata anche all’Ispettorato nazionale del lavoro. La attuazione del Testo unico, varato nel 2008 a cavallo di due governi di segno opposto, ha visto trascurati tutti i contenuti sostanziali (linee guida, norme tecniche, buone pratiche, addestramento, formazione verificata) ed esaltati quelli formali. La commissione consultiva non è operativa da quasi un decennio. La stessa mancata attuazione dei rinvii normativi per appalti e subappalti è stata sottaciuta sino a questa legislatura.
La prima esigenza collettiva dovrebbe consistere nella ricerca delle ragioni dell’accaduto. A partire dalla verifica se sul luogo era presente il “preposto” alla sicurezza e quale ruolo abbia svolto. Soprattutto, sarà importante comprendere le cause tecniche e la possibilità di prevenirle con la manutenzione ordinaria e straordinaria. Questo evento dovrebbe condurre a rafforzare gli strumenti della prevenzione con un cambiamento dei paradigmi che hanno prodotto solo la concentrazione delle imprese sulle responsabilità formali invece di pretendere la loro qualificazione e quella dei lavoratori. Non vorremmo constatare che le regole siano state perfettamente applicate ma i lavoratori sono morti.