Giovedì 16 Maggio 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Via libera al fotovoltaico sui terreni non coltivati, poche deroghe previste

Il compromesso in Consiglio dei ministri. Lollobrigida: "Basta con l’installazione selvaggia dei pannelli a terra". Nuovi sgravi per le regioni alluvionate. Dodici milioni contro il granchio blu

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, 52 anni

Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, 52 anni

Roma, 7 maggio 2024 – Dopo le polemiche, l’intesa. Disco verde al fotovoltaico, ma non sarà più possibile installare i pannelli a terra nelle aree coltivate: gli impianti sono tollerati solo se sollevati da terra, in modo da permettere l’attività agricola sotto. Il compromesso raggiunto in Consiglio dei ministri ne consente la realizzazione sul suolo solo in alcuni casi espressamente citati nel decreto Agricoltura varato ieri sera. Ovvero: cave, miniere, aree in concessione a Ferrovie dello Stato e ai concessionari aeroportuali, aree di rispetto della fascia autostradale, aree interne a impianti industriali. E poi nelle aree sulle quali già insistono impianti per rifacimento, modifica, revisione purché non comporti un incremento della superficie utilizzata. "Poniamo fine all’installazione selvaggia di fotovoltaico a terra", commenta soddisfatto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che, quando tutto è compiuto, si presenta nella sala stampa di Palazzo Chigi con il collega dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin. "Si è ritenuto di salvaguardare tutto ciò che è inerente al Pnrr – assicura il ministro forzista – quindi le Comunità energetiche. Nulla toglie al fatto che il Pniec rimanga lo stesso, con l’obiettivo di rinnovabili sul fronte solare di circa 38 gigawatt". Passata la tempesta, entrambi sottolineano la "serenità" con cui hanno lavorato.

Ma il fotovoltaico riguarda solo l’articolo 5 di un decreto "straordinariamente importante per evitare la desertificazione del settore", scandisce il ministro Lollobrigida. Nel provvedimento c’è molto altro, a cominciare dai nuovi sgravi "parziali" dei contributi previdenziali e assistenziali al personale dovuti dai datori di lavoro per le tre regioni colpite lo scorso anno dall’alluvione: Emilia-Romagna, Toscana e Marche.

Viene poi previsto un sostegno alla imprese in difficoltà: la moratoria di dodici mesi sui mutui per le aziende agricole, della pesca e dell’acquacoltura che hanno ridotto di almeno il 20% il fatturato nel 2023. Inoltre, sono stanziati 20 milioni per le imprese cerealicole e 12 per quelle ittiche per la rimozione e lo smaltimento del granchio blu. Il governo incrementa di un milione il fondo per la flavescenza dorata della vite, si prevedono 10 milioni per indennizzi per danni dalla peronospora "che vanno ad aggiungersi a 7 milioni già stanziati", sottolinea il ministro Lollobrigida. Non basta: viene istituito un commissario per l’emergenza del granchio blu (il mandato finirà a dicembre 2026) e un commissario straordinario per la brucellosi e la tubercolosi. Afferma Lollobrigida: "Rafforziamo anche il ruolo del commissario per la siccità Nicola Dell’Acqua, che ha predisposto un piano straordinario e lo autorizziamo a svolgere interventi di urgenza per riuscire a efficientare il sistema idrico italiano".

Nel provvedimento c’è spazio anche per l’ex Ilva: una norma fa confluire nelle sue casse altri 150 milioni per garantire la continuità operativa dell’azienda di Taranto. Tolto dalla bozza planata in Cdm invece l’articolo che prevedeva una garanzia dello Stato sulla futura vendita dell’ex Ilva per tutelare un futuro compratore da eventuali rivendicazioni di ArcelorMittal, la vecchia proprietà. Inoltre, su proposta del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il governo ha deliberato lo stato di emergenza nazionale per 12 mesi per la situazione di "grave deficit idrico" in Sicilia. Per consentire alla Regione i primi interventi sono stati stanziati 20 milioni di euro.