Firenze, 17 marzo 2024 – "Questi si scannano e noi aspettiamo aprile per il candidato sindaco..." mugugna da un pezzo, con irritabilità crescente, la base meloniana in riva d’Arno.
Perché mentre il Pd fiorentino – ad oggi alleato per le comunali di giugno con forze politiche non certo, sulla carta, dirompenti (se si eccettua Sinistra Italiana, che sta pure in coalizione obtorto collo vista la contrarietà della sua base all’ampliamento dell’aeroporto di Peretola, cavallo di battaglia dei dem, ci sono Azione, +Europa, socialisti, laburisti, Verdi e Volt) – avanza con manovre cervellotiche cercando di allargare il campo una volta al centro e l’altra a sinistra, il centrodestra continua a picchiare sul mantra del ’se non ora quando’ ma nel frattempo non accende ancora i motori per la rincorsa.
In realtà per il 6 aprile è annunciata la discesa in campo dell’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt (scelto da FdI) che punterà su una campagna lampo e una strategia comunicativa fatta di pochi e chiari messaggi alla città. I temi non mancherebbero. Firenze è stanca, zeppa di cantieri, il tessuto sociale sfilacciato, il mercato degli affitti drogato dal turismo e l’emergenza sicurezza un nervo scoperto. Ma sono in tanti, a destra, a chiedersi primo se il teutonico eppur frizzantino Schmidt sia l’uomo adatto a parlare alle periferie e non al contrario più a suo agio nei salotti affrescati del centro storico e secondo se FdI, Forza Italia e Lega non abbiano già perso troppo tempo per sperare di catturare nuovi consensi.
Ma si diceva della sinistra. Facciamo ordine. Con una premessa: se Elly Schlein dovesse perdere la ’capitale rossa’ d’Italia il suo Nazareno potrebbe polverizzarsi tempo zero. E ieri, non a caso, la segretaria era proprio a Firenze a puntellare la candidata del centrosinistra, la nardelliana Sara Funaro, assessora al sociale della giunta uscente. Schlein prima ha tessuto le lodi della candidata, che pure era bonacciniana: "La scelta di Sara qui è naturale – le sue parole – Impegno, competenza, attaccamento a questa citta hanno fatto sì che fosse naturale per noi sostenerla" e noi "siamo pronti a continuare con il buongoverno puntando sull’innovazione, soprattutto sul terreno su cui Sara più si è spesa, che è quello della riduzione delle diseguaglianze" (disuguaglianze che, ha aggiunto Schlein fornendo un mezzo assist alle destre, "a Firenze sono aumentate").
Subito dopo ha fatto un mezzo occhiolino un po’ a Italia Viva e un po’ ai 5 Stelle ("Il Pd lavora in tutti i territori per allargare una coalizione sulla base di una coerenza programmatica"). Ma il leader di Iv Matteo Renzi che alla Leopolda ha picconato i dem e da mesi è in guerra con l’ex amico Dario Nardella a cui rimprovera di aver trasformato la città in un "posto sporco e caotico" e il Comune in un "multificio da Stato borbonico" ha messo subito le cose in chiaro con un videomessaggio su X: "Cara Elly, ecco perché noi a Firenze non stiamo con voi. Arrivano 55 milioni, e cosa fa il Pd? Li mette sullo stadio che secondo me deve essere finanziato dai privati, Iv questi soldi li vuol mettere su scuole, ospedali e strade".
Porta in faccia, dunque. E in attesa che il Movimento 5 Stelle, il cui peso specifico a Firenze è comunque relativo, si chiarisca le idee, addosso alla Funaro arriva anche la bordata di Tomaso Montanari, anima della sinistra critica radical, da sempre robusta in città: "Nella mia ingenuità avevo capito che Schlein questo ‘buongoverno’ l’avrebbe ribaltato, non perpetuato. Perché si scrive ‘buongoverno’ ma si legge sistema di potere, emarginazione dei più poveri, svendita della città storica alla speculazione, abbandono delle periferie, infrastrutture insostenibili, supermercati al posto dei parchi, lavoro povero…".