Fulminato. Lo sceriffo questa volta non riesce a tirar fuori dalla fondina la pistola. "Presidente De Luca, quella stronza della Meloni. Come sta?", lo apostrofa Giorgia appena arrivata a Caivano. Pietrificato, neanche avesse visto una Gorgone: la sua proverbiale oratoria a effetti speciali lo tradisce. "Benvenuta. Bene, di salute", butta lì, spiazzato dalla premier. Vai a pensare che avrebbe sfruttato la visita nel Comune campano e l’inaugurazione del centro sportivo ’Pino Daniele’ per pareggiare i conti. E invece: lei ci ha ragionato su, e gli ha preparato l’improvvisata. "Pensati blastato", pensati asfaltato, lo deridono sui social i giovani di FdI mettendo la sua testa sulla silhouette di Chiara Ferragni e il suo celebre look sanremese. La premer non ha dimenticato quell’insulto, pronunciato su un divanetto di Montecitorio il 16 febbraio scorso, dopo la manifestazione romana degli amministratori locali contro il mancato sblocco delle risorse e rubato da un telefonino. "Lavora tu, stronza", la frase galeotta del governatore stizzito perché Giorgia aveva stigmatizzato così la protesta: "Se invece di fare le manifestazioni ci si mettesse a lavorare forse si sarebbe potuto ottenere qualcosa di più".
Non basta. Dopo aver raccontato la commozione, la scelta di "bonificare l’area", il messaggio di legalità legato alla sfida assunta, sul palco Giorgia rilancia: "Lo dico senza alcuna polemica. Dico al governatore della Campania che lunedì ha parlato di passeggiata del governo qui a Caivano. Se tutte le passeggiate hanno questi risultati, continueremo a passeggiare". Replica a stretto giro De Luca: "Ha fatto una polemica fuori contesto. Mi ero permesso di prendere in giro un po’ Durigon per la passeggiata che abbiamo fatto al molo Beverello". Ma la giornata ’no’ dello sceriffo campano continua: dopo aver salutato il commissario straordinario Fabio Ciciliano, si trova davanti don Maurizio Patriciello ed esita ad allungare la mano al prete da lui definito "il Pippo Baudo dell’area Nord di Napoli". Il ’don’ lo sollecita: "Che fa, non me la dà?". A quel punto, il governatore gli porge la destra per evitare un nuovo incidente diplomatico. "Abbiamo il senso dell’opportunità quando abbiamo giornate come queste", cerca di chiudere i conti quando tutto è compiuto De Luca.
Vero è che la velenosa stretta di mano con la premier ha messo in secondo piano il resto, ovvero la cerimonia per la fine dei lavori nel comune alle porte di Napoli. Lì dove l’anno scorso ci furono violenze su due ragazzine è nato un centro sportivo dove si potranno praticare 44 discipline e dal 10 giugno prenderanno il via i campi estivi per bambini e ragazzi. "Avevamo detto che lo Stato avrebbe reagito e abbiamo dimostrato che il degrado e l’abbandono non sono un destino, ma una scelta", sottolinea Giorgia.
C’è anche la politica in questa vicenda, ma la propaganda fa la parte del leone per diversi motivi. La premier ha deciso di dedicarsi a tempo quasi pieno alla campagna elettorale. I sondaggi non le piacciono: sa che scendere anche solo di un decimale sotto la quota delle politiche del 2022 sarebbe esiziale, ma pure galleggiare intorno a quella cifra con lei in campo in tutte le circoscrizioni non sarebbe un risultato soddisfacente.
Quindi si rimbocca le maniche e tira fuori la grinta di chi ha imparato a fare politica per strada e nelle rissose sezioni dell’ex Msi. È probabile che la sceneggiata qualcosa le frutterà: non è da tutti riuscire ad ammutolire il terribile De Luca. Né la scelta della "vittima" è casuale. Si sa che la premier si accanisce sui politici che considera più pericolosi perché giocano sul suo stesso terreno. Ad esempio, Conte che cerca regolarmente di spingere in secondo piano. Ma anche lo stesso De Luca che ritiene sia la figura più simile a lei. E in campagna elettorale meglio darle che prenderle.