Lunedì 29 Aprile 2024

Il nuovo fisco. Sul tavolo le successioni e l’addio al superbollo (con l’incognita dei conti)

Nella bozza che circolava ieri un altro pezzo della riforma fiscale dell’esecutivo. Si punta all’autoliquidazione delle imposte come avviene già per il 730. Allo studio l’abolizione dei microtributi considerati poco remunerativi per lo Stato. .

Il nuovo fisco. Sul tavolo le successioni e l’addio al superbollo (con l’incognita dei conti)

Il nuovo fisco. Sul tavolo le successioni e l’addio al superbollo (con l’incognita dei conti)

Il piano casa di Salvini? Si vedrà: di sicuro, c’è che oggi il Consiglio dei ministri vara un altro pezzo della riforma fiscale. Firmata da Giorgia Meloni e messa a terra dal fedelissimo Maurizio Leo, viceministro all’Economia. L’obiettivo del decreto legislativo è semplificare la normativa che riguarda le successioni e i moltissimi adempimenti attualmente previsti. Ma si interviene anche sulle donazioni e le imposte per bollo, registro, ipoteca e tributi speciali catastali che riguardano i servizi dell’Agenzia delle entrate. Si punta ad introdurre la procedura di autoliquidazione delle imposte per la successione (precompilata sul modello della dichiarazione dei redditi) e all’aggiornamento dei patti di famiglia (trust). Le elezioni europee sono alle porte e interventi del genere sono molto graditi al popolo del centrodestra. Nella bozza esaminata ieri in preconsiglio, il governo si impegna a valutare "l’eventuale e progressivo superamento" del superbollo auto. Un cavallo di battaglia della Lega: solo un’ipotesi, sia chiaro. Nel suo programma la maggioranza parlava solo di "abolizione dei microtributi che comportano eccessivi oneri di gestione per lo Stato".

Ed è ciò che, in parte, la premier tenta di fare con il decreto legislativo odierno. Non casualmente, fanno notare le opposizioni, nel Def che – assieme a questo provvedimento – il Consiglio dei ministri vara oggi non ci sarà niente. In teoria dovrebbero cifre essenziali: le stime dell’agenzia delle entrate sul Superbonus, quelle, ci saranno davvero. Ma tutto ciò che si può dire alla vigilia è che saranno da brivido: "Nei prossimi anni dovremo farci carico di pagare questo debito che è stato fatto", avverte il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Salvo improbabilissime sorprese, però, Meloni & co. si limiteranno a presentare un Def "tendenziale", cioè a confermare nella sostanza la Nadef dell’anno scorso. "Il governo – fanno sapere da Palazzo Chigi – intende proseguire sul metodo adottato finora, fornendo numeri il più possibile realistici, non gonfiati né troppo impostati alla prudenza, al netto tuttavia della congiuntura internazionale volatile a causa dei conflitti in atto".

In questo quadro anche solo garantire la conferma del taglio del cuneo fiscale non è possibile. L’esecutivo è determinato a farlo, in qualche modo probabilmente ci riuscirà, ma non può darlo per certo.

La buona notizia già sicura per il Mef è che non ci sarà bisogno di manovre correttive. Per tutto il resto alla vigilia di una prova importante come le elezioni europee meglio tacere. "O il governo non sa che pesci pigliare – tuona il responsabile economia Pd, Antonio Misiani – o lo sa bene ma non vuole scrivere nero su bianco prima dell’8 e 9 giugno che molte sue promesse andranno su per il cammino".

Il voto è importante, ma il dopo voto lo sarà ancora di più. Meloni e Giorgetti sono decisi a tentare l’impossibile per strappare condizioni più favorevoli ad esempio sull’extradeficit nel corso della trattativa per la commissione europea. Molto dipenderà dai rapporti di forza che verranno sanciti dagli elettori dell’Unione, ma si tratta della stessa "logica a pacchetto" che avevano tentato di imporre nella trattativa sul patto di stabilità.

An.Co.