Il Giorno della Memoria alza l’asticella e la competizione in area di governo. "È nostro dovere – rimarca la premier Giorgia Meloni – coltivare ogni giorno la memoria di ciò che è accaduto e accrescerne la consapevolezza nelle giovani generazioni affinché non cadano nell’oblio la malvagità del disegno criminale nazifascista e la vergogna delle leggi razziali del 1938". Rivendica l’istituzione del Museo della Shoah quale tributo alla "più antica comunità ebraica d’Europa". "La Città Eterna – continua la premier – non poteva non accogliere un’istituzione specificatamente dedicata alla storia della Shoah", quando "l’umanità ha toccato il suo abisso".
Il 27 gennaio più difficile di sempre, quello della duplice "angoscia per gli ostaggi nelle mani crudeli di Hamas e per le numerose vittime tra la popolazione civile di Gaza" (copyright Sergio Mattarella), le forze di maggioranza moltiplicano promesse e volume. Alle parole calibrate del presidente della Repubblica, capace di ricordare a Israele la piena e sentita vicinanza dell’Italia "per condivisione di storia e valori" ma anche la necessità di "non negare" ai palestinesi "il diritto a uno Stato", segue una malcelata gara tra alleati a gridare più forte i valori in gioco, senza la minima sponda a chi invoca il cessate il fuoco oppure censura il governo Netanyahu (criticatissimo in patria). Il tutto in un contesto internazionale (vedi sentenza della Cig all’Aja) altrettanto incandescente e frastagliato.
La Lega tira dritto e per bocca di Matteo Salvini scavalca Fratelli d’Italia. Lo fa presentando "un ddl contro l’antisemitismo senza se e senza ma...". Un testo – chiarisce il vicepremier – realizzato "con l’aiuto dell’Unione Associazioni Italia-Israele, per adottare concretamente nel nostro Paese le misure contro l’antisemitismo e la sua definizione in tutte le sue forme, come prevede la IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance)". Sono gli undici punti esemplificativi a dibattito dal 2016: alcuni – per esempio quelli contro i negazionisti o la definizione degli ebrei per stereotipi – di immediata comprensione (o condivisione); altri assai più scivolosi (come "applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico") e, anche in ipotesi di approvazione, di complessa traduzione giuridica nel campo sensibile della libertà di pensiero. "Grottesche e inqualificabili le accuse a Israele di “genocidio“", certifica il leader leghista ricordando "stupri e decapitazioni di Hamas". Occore "prevenire ogni forma di antisemitismo", suggerisce il vicepremier Antonio Tajani (FI).
Nessuno deve dimenticare "l’orrore della ferocia nazifascista" è l’appello del presidente della Camera Lorenzo Fontana. "Desidero inchinarmi alla memoria di chi non c’è più – dichiara il presidente del Senato Ignazio La Russa –. La Shoah è il male assoluto, simbolo di odio bestiale. È indispensabile una memoria condivisa che ripudi con forza ogni forma di odio, di razzismo, di antisemitismo e antisionismo". La Russa condanni "il fascismo nella sua totalità senza reticenze o distinzioni ambigue", chiede Osvaldo Napoli (Azione), mentre Elly Schlein, leader del Pd, mette in guardia dal "tentativo pericoloso di riscrivere la storia". "Chi rifiuta di onorare la memoria di Auschwitz rifiuta l’umanità", afferma Matteo Renzi (Italia viva).
Beppe Grillo, il fondatore dei 5 Stelle, pensa a una soluzione diversa: "Viviamo in un momento di reminiscenza di odio, di razzismo, di antisemitismo. Bisognerebbe avere il coraggio di dimenticare per poter perdonare. Perdonare non è impossibile, la cosa più difficile è dimenticare, per passare alle nuove generazioni degli altri valori". La proposta è creativa: istituire "anche il Giorno della dimenticanza e del perdono". Più istituzionale Giuseppe Conte. L’attuale leader del Movimento invita a "tenere alta la guardia contro i nuovi rigurgiti di antisemitismo". E di fronte alla collettività "scossa dalla spirale di violenza in Medio Oriente, rilancia "la riflessione del Presidente Mattarella".
Papa Francesco svetta sulla cronaca: "Il ricordo e la condanna dell’orribile sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi aiuti tutti a non dimenticare che la logica dell’odio e della violenza non si può mai giustificare perché nega la nostra stessa umanità".