Roma, 27 gennaio 2024 – "La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana".
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella usa le parole di Primo Levi per il suo discorso sul Giorno della Memoria mentre Israele ha appena vissuto il 7 ottobre. Accompagnato dalla figlia Laura, dal presidente della Camera Lorenzo Fontana, dalla presidente delle comunità ebraiche in Italia, Noemi Di Segni, e con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, Mattarella dice che la Shoah è stata "il più grande e abominevole dei crimini" e Auschwitz "un orrore assoluto senza precedenti".
I giusti tra le nazioni
Poi il Quirinale ricorda i Giusti tra le Nazioni che "si ribellarono con coraggio e umanità al conformismo e all’ideologia imperante: donne e uomini, laici e religiosi, partigiani e appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello Stato, intellettuali, contadini. Accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudeltà, dal senso di umanità. C’è chi ha nascosto e protetto, chi ha falsificato documenti e liste, chi ha aiutato a espatriare. Migliaia di gesti, grandi e piccoli, di rivolta contro il conformismo e l’ideologia imperante". Tra questi Giorgio Perlasca e Gino Bartali. Poi un "pensiero affettuoso" a Liliana Segre a ottant’anni dalla sua deportazione e l’attacco al negazionismo: "Il torto maggiore è negare le colpe".
Due popoli, due stati
Ma se la strage del 7 ottobre "replica gli errori della Shoah", il presidente della Repubblica avverte anche Israele: "Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla terra sanno che non si può negare a un altro popolo il diritto a uno Stato". Mentre "una reazione con così drammatiche conseguenze sui civili, rischia di far sorgere nuove leve di risentimenti e di odio", dice parlando di Gaza. Ma nel mondo tornano anche "pericolose fattispecie di antisemitismo: del pregiudizio che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore". Ma le comunità ebraiche "sanno che l’Italia è la loro casa e che la Repubblica, di cui sono parte integrante, non tollererà, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti".
L’intervento di Noemi Di Segni
Poi interviene anche Di Segni: "Occorre chiarire con sottotitoli in tutte le lingue che le immagini del 27 gennaio sono solo e unicamente della Shoah, che quelle del 7 ottobre e degli atti vissuti in questi mesi sono un tunnel sotterraneo che ci farà uscire ad Auschwitz se non si vigila seriamente", dice. E ancora: "Come si celebra il Giorno della Memoria se ci sentiamo dire che i lager sono in Medio Oriente e il gas è quello della cultura ebraica, se la difesa è diventata genocidio?". Infine, il monito: "L’Italia deve portare dentro di sé l’immagine scolpita della memoria e di chi ne è ancora testimone".