Mercoledì 24 Aprile 2024

Governo italiano, le consultazioni: i precedenti, le formule e la storia repubblicana

Parte oggi l'iter che deve portare alla formazione di un nuovo esecutivo

Una veduta esterna del Quirinale (Ansa)

Una veduta esterna del Quirinale (Ansa)

Si aprono le consultazioni, al Quirinale, per la formazione del nuovo governo dopo le elezioni del 4 marzo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà nel suo Studio alla Vetrata i vertici istituzionali e le forze politico-parlamentari seguendo un rigido calendario. Non c'è nulla di scritto, nella Costituzione, al riguardo, ma antiche consuetudini ne regolano lo svolgimento. Ecco i precedenti, le formule e la storia repubblicana.

Precedenti, consuetudini e prassi costituzionale vengono consultati, in questi giorni, come sempre avviene in questi casi, dal presidente e dai suoi principali collaboratori che sono il segretario generale Ugo Zampetti, i consiglieri comunicazione per la comunicazione Astori e Grasso, etc. I precedenti da mesi sul tavolo del Capo dello Stato sono:

Governo della non sfiducia (1976-78) o delle astensioni. Ci vollero due mesi di tempo per vararlo perché, dopo le elezioni politiche del 1976, nessuno aveva vinto o meglio, come disse Aldo Moro, teorico del “compromesso storico”, c'erano stati “due vincitori”, la Dc e il Pci che però mai, dal 1947 in poi, avevano governato insieme col Pci sempre rimasto fuori dal governo (la cd. conventio ad exludendum). Dopo lunghe trattative nacque così il III governo Andreotti (76-78) Era un monocolore Dc con l'astensione di tutti gli altri partiti, PCI compreso, e per la prima volta, mentre Dc, Pci e gli altri partiti costituzionali (tranne l'Msi, fuori dal cd. “arco costituzionale”, e Dp, Pr e Pli, all'opposizione) facevano funzionare il Parlamento dentro le commissioni. Il Anche il IV governo Andreotti (insediatosi il giorno del rapimento Moro, il 18 marzo 1978) vide la fattiva collaborazione del PCI, sempre attraverso le commissioni parlamentari e il suo voto su mozioni leggi e documenti, ma anche in questo caso senza la presenza di ministri del PCI. Il V governo Andreotti (1979) fu invece solo un governo di passaggio verso le elezioni. Presidente era Leone (Dc).

Governo balneare. Nati e operanti solo in funzione di portare il Paese al voto perché privi di solide maggioranze e con la data delle elezioni di fatto già designata, lo furono il Governo Leone (1963) e il II governo Rumor (1969-70). Il presidente della Repubblica era Giuseppe Saragat (Psdi).

Governo di minoranza. Sono stati governi di solito a guida Dc che venivano sistematicamente battuti in Parlamento per scelta dello stesso partito di maggioranza relativa che toglieva loro la fiducia quando venivano meno condizioni politiche concordate o per raggiungere equilibri più avanzati. Lo furono i governi Pella (1953), Tambroni (1960), Rumor (1970) sotto più presidenti della Repubblica.

Governo di scopo. Nasce per affrontare provvedimenti urgenti e impellenti come possono essere una nuova legge elettorale e/o una difficile manovra economica. Il Governo Ciampi (1993-'94), con presenza di ministri su indicazione dei partiti, anche se di area, ne è l'esempio classico. Il presidente della Repubblica era Oscar Luigi Scalfaro (Dc). Ha carattere politico e non va confuso col governo tecnico.

Governo tecnico. Viene varato in caso di impasse politica e di grave difficoltà economica e sociale del Paese come fu durante la crisi economica del 1992-'93, per una rottura interna a una maggioranza politica o dopo entrambi i fatti scatenanti come nella crisi del 2011. Il Governo Dini (1995) nacque su input di Scalfaro, dopo il crollo del I governo Berlusconi. Il Governo Monti (2011-2013) nacque su input del presidente Napolitano (Pd). Vede il sostegno attivo dei partiti in Parlamento ma senza ministri politici, solo tecnici. Il governo Amato (1992), pur politico, ebbe profilo tecnico.

Governo del Presidente (della Repubblica). Premesso che la definizione in sé è un ossimoro perché il presidente della Repubblica non può, per Costituzione, guidare governi o anche solo, in teoria, 'ispirarli' in quanto garante dell'unità nazionale e della forma parlamentare della Repubblica, lo furono di fatto, governi 'del Presidente' i governi Pella (1953-'54) e Zoli (1958-'59) sotto la presidenza Gronchi (Dc) e anche il governo Tambroni (1960) lo fu, in parte, eterodiretto come fu dal presidente della Repubblica Segni. Detti anche governi "amministrativi" o "governi d'affari" ebbero breve durata, godettero della stretta vigilanza, eccessiva ed esondante i suoi compiti, del Capo dello Stato. Vengono spesso confusi con il governo tecnico o balneare.

Governo delle larghe intese. Il governo Letta (2013-2015), pur dotato di un'ampia base parlamentare, può essere considerato, di fatto, anche un “governo del Presidente” perché nato dopo il lavoro della commissione dei 40 saggi imposta da Napolitano al Parlamento dopo la sua rielezione (2013) a causa dell'impossibilità di far partire la legislatura per l'impasse politica che si era creata dopo le elezioni. Il governo Letta è però meglio definirlo “delle larghe intese” perché, appunto, vide il Pd e FI, più i loro alleati minori, collaborare in modo fattivo al governo e con loro ministri. Il termine era stato già coniato prima ma per i lavori della commissione Bicamerale sulle Riforme (1994-'95) e, in parte per il fallito tentativo di governo Maccanico (1995) e la teorica nascita di un governo D'Alema che non nacque.

Governo di emergenza o di unità nazionale. Si tratta di governi politici con tutti i partiti dell'arco costituzionale, anche i più lontani tra di loro, che vi siedono con propri ministri per affrontare momenti storici particolarmente gravi e drammatici della vita nazionale. Lo furono il Governo Nitti-Salandra nel 1915-1919 per affrontare la Prima Guerra Mondiale e i Governi di Cnl nel 1945-1947 per affrontare la fine della II guerra mondiale, la ricostruzione e per varare la Repubblica e la Costituzione.

 

Cosa succede dopo le consultazioni
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