Lunedì 29 Aprile 2024

Gli studenti e il caro-casa Il governo censirà gli immobili sfitti "Stanziato un miliardo"

L’unione degli universitari: "Ma non si tratta di risorse aggiuntive". Protestano anche le regioni. Fontana: "Non è compito nostro".

di Ettore Maria Colombo

Persino il Papa, parlando dei problemi delle giovani coppie, ieri ha parlato di "case dai costi proibitivi e affitti alle stelle". Figurarsi per gli studenti, scesi in piazza in tutt’Italia per il caro affitti. Il governo, in verità, qualcosa prova a fare, quantomeno per arginare la ‘protesta delle tende’.

La ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, cerca la linea del dialogo con gli studenti che protestano ("la mia stella polare sono loro"), propone una soluzione pratica ("assegneremo gli immobili a chi garantirà, al minor costo, il maggior numero di posti letto ai ragazzi che ne hanno diritto") e annuncia una manifestazione di interesse del Miur per individuare gli immobili disponibili: "per soddisfare la domanda dobbiamo aumentare l’offerta e la collaborazione con i privati, prevista dal Pnrr, è indispensabile". In totale, sul piatto, la Bernini mette 660 milioni.

Infatti, proprio ieri, è partita la procedura per la mappatura degli immobili liberi che potranno essere destinati ad alloggi o residenze universitarie per raggiungere il target di 52.500 posti letto nell’ambito dell’attuazione della Riforma 1.7 della Missione 4 del Pnrr. Sul sito del ministero dell’Università e della Ricerca è stato pubblicato l’avviso per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la messa a disposizione, su tutto il territorio nazionale, di immobili da convertire a studentati. Potranno presentare domanda, entro l’11 luglio 2023, soggetti pubblici e privati. Una commissione istituita dal Miur valuterà l’idoneità delle strutture ma non è affatto detto che basti.

Il governo ha già stanziato un miliardo di euro per il diritto allo studio: 500 milioni per le borse di studio e 400 milioni per nuovi posti letto, ma i 500 milioni sono solo per il 2024-2025 e i 400 sono serviti per reintegrare i fondi per realizzare e ristrutturare le residenze universitarie. Morale, la cassa (dello Stato) piange e la polemica politica non si ferma.

L’Unione degli Universitari (Udu) prosegue la protesta delle tende contro la crisi abitativa: "Non siamo soddisfatti, il governo non ha ancora promesso risorse aggiuntive per affrontare la crisi abitativa denunciata dalle tende piantate in oltre dieci città universitarie". E sui 660 milioni sbloccati, l’Udu taglia corto: "Sono le solite risorse del Pnrr presenti nel piano fin dalla prima versione del 2020 cui la Ue ha dato il via libera".

E così, mentre ieri le ‘tendate’ degli studenti hanno riguardato ben nove città (Milano, Pavia, Verona, Venezia, Bologna, Firenze, Modena, Roma) mentre sono state smontate a Torino, Cagliari e Perugia, i 5stelle parlano di "interventi (quelli del governo, ndr) tardivi e non risolutivi" mentre Iv propone un ddl con "la detassazione per chi affitta a studenti a canoni calmierati, sostegni alle giovani coppie, contributi agli studenti per il trasporto pubblico" e molto altro. Le Regioni scaricano le colpe sul governo, anche quelle di centrodestra (il governatore lombardo, Fontana, dice: "stiamo affrontando il problema, ma non è proprio solo compito nostro" mentre quello veneto, Zaia, parla di "emergenza sociale da risolvere, ma a livello nazionale), il centrodestra chiede "sinergie pubblico e privato".

Il Pd annuncia "piena mobilitazione al fianco degli studenti per dare loro risposte vere" e chiede al governo di "censire i posti degli studentati", il coordinamento universitario ‘Link’ fa i conti in tasca proprio su questi ultimi e dice: "servono 40 milioni solo per gli studentati".