Lunedì 29 Aprile 2024

Gemonio, 40 anni di Lega. Da Bossi siluro a Salvini: “Serve un nuovo leader”

Il fondatore del movimento incontra i militanti radunati davanti alla sua villa: “Matteo sostituito da Giorgetti? Giorgetti è uno bravo, ma non dico niente altrimenti lo massacrano”

Umberto Bossi parla ai militanti radunati a Gemonio

Umberto Bossi parla ai militanti radunati a Gemonio

Gemonio, 13 aprile 2024 – E alla fine anche Umberto Bossi parlò. Invocato dai nostalgici della via autonomista e indipendentista, radunatisi per festeggiare i 40 anni del movimento a Gemonio, davanti alla villa del senatùr, il fondatore del Carroccio nel pomeriggio, poco dopo le 16, è uscito e ha pronunciato un discorso, fra celebrazione del passato e sguardo comunque rivolto al futuro.

Affiancato dall’ex ministro Roberto Castelli, dall’ex segretario nazionale della Lega lombarda Paolo Grimoldi e dall’amico di sempre Giuseppe Leoni, oltre che guardato a vista dal figlio Renzo, primogenito nel matrimonio con Manuela Marrone, Bossi ha rifilato una serie di staffilate all’attuale numero uno della Lega, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini.

Le dichiarazioni

"Alla Lega serve un nuovo leader – ha detto Bossi, costretto sulla sedia a rotelle dal precario stato di salute – Serve un nuovo leader che vada nella direzione dell'autonomia, che rimetta al centro la questione settentrionale. Se Giorgetti potrebbe sostituire Salvini? Giorgetti è uno bravo, ma non dico niente se no lo massacrano. Se la base non approva i programmi, non vai da nessuna parte. Diventa una bolla di sapone".

Poi il senatùr ha voluto ringraziare i militanti “duri e puri” convenuti a Gemonio per celebrare l’avventura nata (almeno ufficialmente) nel 1984 negli uffici di un notaio nel centro di Varese. “Oggi sono molto contento, ho visto tanta gente che non vedevo da anni, è la Lega di 40 anni fa", ha detto Bossi, incontrando i militanti.

"Salvini ha preso la sua strada - ha proseguito - ciascuno prende la sua strada, ci vuole un po' di testa. La Lega di allora era radicata nella base popolare, in consiglio a Varese si parlava in dialetto (un omaggio, questo, all’architetto Giuseppe Leoni, che pronunciò in ‘lumbàrd’ il suo primo discorso da consigliere comunale nell’assise varesina). Se le radici sono forti, è difficile che si fermino. Sicuramente abbiamo fatto un grande sforzo, era un mondo diverso, c'era necessità di nuovo e chiunque avesse intuito politico l'avrebbe capito. Lì siamo nati noi".

"Oggi serve un'altra spallata per cambiare le cose, la Lega deve essere uno sprone", ha concluso Bossi. Chiusura con il taglio di una bene augurale torta.