Mercoledì 24 Aprile 2024

Elezioni regionali, i vescovi emiliani 'votano' Pd. Ma Salvini: i cattolici sono con me

Duro documento sul sito dell’Arcidiocesi: "Sovranismi e populismi qui non trovino spazio". Il segretario della Lega ribatte: "Condivido l’appello. La mia è una campagna elettorale costruttiva"

Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna (ImagoE)

Il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna (ImagoE)

Bologna, 14 gennaio 2020 - A meno di due settimane dal voto per le Elezioni Regionali, la Chiesa dell’Emilia-Romagna prende una posizione forte nella contesa elettorale, bocciando senza appello la possibilità di sperimentare anche sulla via Emilia le tentazioni sovraniste o populiste. E costringendo di conseguenza il leader leghista Matteo Salvini a fare buon viso a cattivo gioco. "Con la consapevolezza che i cattolici voteranno per me – ha specificato ieri sera Salvini a Parma –, condivido totalmente l’appello dei vescovi della regione per una campagna elettorale positiva e costruttiva, che è quella che sto facendo io, a differenza di quella della sinistra".

A fare discutere, ieri, sono stati due documenti ufficiali pubblicati sul sito dell’Arcidiocesi di Bologna: la nota dei vescovi della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, il secondo è un documento dell’Osservatorio regionale sulle tematiche politico-sociali creato dalla stessa Conferenza episcopale. È in quest’ultimo che viene presa la posizione più netta in vista delle regionali del 26 gennaio: "Desideriamo sottolineare – si legge – che è solamente il principio di fraternità che riesce a far stare assieme libertà e uguaglianza. In una società bensì giusta, ma non fraterna, la democrazia, prima o poi, cede il passo alle tante forme, oggi ritornate di moda, di sovranismi e populismi. Non possiamo tollerare che ciò abbia a realizzarsi nella nostra Emilia-Romagna".

Messaggio forte e chiaro, che nelle due pagine del documento firmato dall’Osservatorio si accompagna ad altri concetti di impatto. Al punto ‘B’ si parla esplicitamente di Emilia-Romagna come una delle regioni "meglio organizzate e più avanzate d’Italia". Più avanti, invece, si indica "l’economia civile di mercato" come unica alternativa possibile per l’Emilia-Romagna, scartando così i due modelli oggi dominanti, quello dell’economia neo-liberista di mercato e quello dell’economia neo-statalista di mercato.

Al documento dell’Osservatorio si è aggiunta la nota della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna, riunitasi ieri nel capoluogo emiliano sotto la guida del presidente Matteo Zuppi, cardinale di Bologna. Nella nota (dal significativo titolo ‘La Regione, laboratorio di democrazia’) i vescovi emiliano-romagnoli mettono in guardia dall’idea di tagliare i ponti con l’Europa ( visto che "pensare di tutelare la Regione contro l’Europa è una tragica ingenuità e fonte di povertà") richiamano al voto come strumento per rinsaldare la Costituzione ("le prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna sono un’occasione importante perché la democrazia nel nostro Paese non venga umiliata e disattesa e i principi costituzionali ritrovino nelle nostre terre forme rinnovate di espressione e persone, delle diverse appartenenze politiche, impegnate a salvaguardarli, sempre") e infine richiamano al rispetto di un linguaggio "libero da offese e falisità, concreto nelle proposte, rispettoso delle persone e delle diverse idee politiche". Parole che hanno trovato un primo plauso dal deputato bolognese Pd Andrea De Maria che ha parlato di "indicazioni forti e significative" da parte dei vescovi, soffermandosi sui "valori fortemente radicati nella storia e nell’identità delle nostra terra a cui, il 26 gennaio, i cittadini dell’Emilia-Romagna non devono rinunciare".