Giovedì 2 Maggio 2024

Il decreto Sicurezza bis è legge. In Senato passa la fiducia con 160 'sì'

Sono 57 i voti contrari e 21 gli astenuti. Assenti al voto 5 dissidenti 5 stelle. Salvini va via prima dell'esito ma sui social scrive: "Ringrazio voi, gli italiani e la Beata Vergine Maria"

Il decreto sicurezza è legge. Salvini e Bongiorno, i festeggiamenti in Aula, il Pd

Il decreto sicurezza è legge. Salvini e Bongiorno, i festeggiamenti in Aula, il Pd

Roma, 5 agosto 2019 - Il decreto sicurezza bis è legge, e la maggioranza di governo regge. Il Senato ha approvato la conversione  del decreto, su cui il governo aveva posto la fiducia, con 160 voti favorevoli, 57 voti contrari e 21 astenuti. 289 senatori presenti, 238 i votanti. Ininfluente dunque la protesta dei cinque i dissidenti M5s che sono risultati assenti al voto: Virginia La Mura, Matteo Mantero, Michela Montevecchi, Elena Fattori, Lello Ciampolillo. Anche la senatrice Bogo Deledda non ha preso parte alle votazioni, essendo però malata da tempo. Quanto ai senatori leghisti, solo due erano assenti, entrambi giustificati: Umberto Bossi, ancora in convalescenza, e Massimo Candura, in licenza matrimoniale.

Dal cielo del governo non sono però spariti i nuvoloni: decisivo sarà il tema Tav, con il voto sulle mozioni mercoledì al senato. Salvini ieri ha alzato il tiro, dicendo che la mozione M5s sul no all'opera equivale a una sfiducia nei confronti di Conte.

SCHEDA / Cosa prevede la nuova legge

Il 'papà' del decreto, Matteo Salvini, ha lasciato l'Aula subito dopo aver votato la fiducia: è andato via senza attendere il conteggio dei voti. Ma subito dopo ha commentato sui social: "Il decreto  sicurezza, più poteri alle forze dell'ordine, più controlli ai confini, più uomini per arrestare mafiosi e camorristi, è legge. Ringrazio voi, gli italiani e la Beata Vergine Maria". Del resto, come ha ricordato il leader leghista anche prima del voto, "Oggi è il compleanno della Vergine Maria". Il paragone gli viene spontaneo: "Se devo riassumere" con il decreto legge sicurezza bis "meno Carola e più Oriana Fallaci".

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Immediata anche la reazione del leader del Pd Nicola Zingaretti: "Il decreto Salvini è passato, l'Italia è più insicura - scrive in una nota - Grazie agli schiavi 5 stelle la situazione nelle città e nei quartieri rimarrà la stessa, anzi peggiorerà. Avevamo chiesto il contratto per i lavoratori delle forze dell'ordine, presidi nei quartieri a rischio, rilancio e risorse dei patti della sicurezza con i sindaci, investimenti per il recupero delle periferie. Ma niente. Di tutto questo non c'è nulla, così come non c'è nulla sulla lotta alle mafie, nemmeno l'ombra. Il crimine ringrazia, le persone sono sempre sole e le paure aumentano. Salvini ci campa". E il dem Orlando stilla veleno: "Movimento 4 poltrone..."

Contenta invece Giorgia Meloni, che spiega: "Fratelli d'Italia si è astenuta coerentemente alla scelta fatta alla Camera di votare sì al decreto sicurezza bis e no alla fiducia al governo. L'approvazione del decreto sicurezza bis di oggi è una buona notizia: la nostra priorità è sempre quella di dare risposte agli italiani". 

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LA MAPPA DEL VOTO - A esprimersi contro la fiducia - come preannunciato - Pd, Leu e alcuni esponenti di Svp e del gruppo Misto. Forza Italia è presente in Aula ma non partecipa al voto, mentre i senatori di FdI si astengono. Quattro senatori a vita, l'ex premier Mario Monti, il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, il premio Nobel Carlo Rubbia e Liliana Segre figurano assenti alla prima 'chiama'. Così come è assente l'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi

Prima del voto, Mariastella Gelmini ha spiegato: "La posizione di Forza Italia al decreto Sicurezza bis è nota: alla Camera, dove il regolamento consente un voto sulla fiducia e uno sul merito del provvedimento, abbiamo votato favorevolmente al testo ma abbiamo detto no alla fiducia essendo fermamente all'opposizione. Al Senato, dove il regolamento prevede un unico voto, Forza Italia resterà in aula ma non parteciperà al voto di fiducia, per non dare un messaggio sbagliato sul merito del provvedimento, votando contro, ma votare a favore significherebbe far parte del governo e questa non è la nostra posizione". Poi l'attacco: E' chiaro però che pensiamo anche che questo sia un governo balneare arrivato al capolinea e che litiga su tutto".

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DON CIOTTI E AMNESTY - Si alza forte la voce del presidente di Libera e Gruppo Abele: "Oggi il grado di umanità del nostro Paese si è corrotto. La politica ha tradito la Costituzione, i sogni e gli ideali di chi l'ha pensata e scritta e delle convenzioni internazionali. Siamo davanti a una scelta politica indegna per un Paese che vuole essere democratico non solo di nome ma di fatto un paese civile. La politica esca dai tatticismi, dai giochi di potere e riduca le distanze sociali e si lasci guidare dai bisogni delle persone", attacca don Luigi Ciotti. Monto critica anche Amnesty Italia, che si dice "molto preoccupata" e parla di "un atto che si posiziona contro il senso stesso di civiltà, un provvedimento figlio del clima di odio che è stato consapevolmente fomentato in questi ultimi mesi".

APPLAUSI DI SCHERNO: Applausi di scherno e grida 'vergogna' si sono levati dai banchi del Pd quando, in Senato, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Fraccaro, ha comunicato che il governo avrebbe posto la fiducia. Dalla maggioranza, prima i senatori della Lega e poi quelli del M5S, dopo qualche secondo hanno risposto, a loro volta, con applausi di scherno rivolti ai parlamentari del Pd.

Gli applausi polemici del Pd (Imagoeconomica)

GRASSO, "PARLAMENTO UMILIATO" - "Ancora una volta questo Governo umilia il ruolo del Parlamento; ancora una volta ci costringe a ratificare un provvedimento - perchè è questo che succederà, lo sappiamo tutti - senza poterlo realmente discutere: testo blindato, emendamenti ignorati, il compito dei senatori si limiterà a timbrare, qualcuno felice e altri meno, il volere dei capi, anzi del Capitano. Un passo alla volta state trasformando il tempio della democrazia in quell'aula sorda e grigia, in quel bivacco di manipoli evocato in un periodo di cui alcuni, anche qui dentro, provano nostalgia". Lo afferma Pietro Grasso (LeU) durante la discussione generale sul Decreto Sicurezza Bis in Senato.

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