ROMA
Alighieri Durante, detto Dante, assente. Due studenti di religione musulmana di una scuola media trevigiana non avranno per ora occasione di conoscere il fondatore della lingua italiana. Sulla zelante quanto singolare esenzione, disposta a quanto pare all’insaputa della dirigenza scolastica, il mondo politico e della cultura nazionale si dichiara complessivamente scettico, se non scandalizzato. Dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha disposto un’ispezione, alla responsabile scuola del Pd, Irene Manzi, che esalta il carattere "universale" dell’opera dantesca; passando per il leader del Carroccio Matteo Salvini, che bolla come "demenziale" la censura sul poeta.
Non si capisce dalle fonti se la o il docente di italiano dell’istituto secondario Felissent di Treviso, nell’intento di anticipare un po’ di lectura Dantis per gli studenti dell’ultimo anno (alle superiori Dante è nei programmi ministeriali per ragioni filologico-letterarie tutt’altro che confessionali), ha ritenuto di chiedere l’autorizzazione alle famiglie degli studenti che non seguono le lezioni di religione cattolica per il carattere religioso attribuito al testo e che già in passato avrebbe suscitato rimostranze. Dato che le famiglie dei due studenti musulmani hanno chiesto l’esenzione dallo studio del poeta, reputato "offensivo" nei confronti dell’Islam, per loro l’insegnante ha organizzato un programma parallelo alternativo su Giovanni Boccaccio: intellettuale, presbitero (con tre figli) e primo esegeta di Dante, cui si deve il prefisso Divina alla Commedia, autore ai confini del pornografico delle 100 novelle del Decameron.
Più e prima della richiesta delle famiglie degli studenti, è la decisione della o del docente a finire al centro delle polemiche. La dirigente scolastica, Francesca Magano, sostiene di non esserne stata informata, promettendo di "far chiarezza". Il sindaco di Treviso, Mario Conte (Lega), la ritiene "difficile da comprendere perché la cultura è inclusione e integrazione e la Divina Commedia è l’opera cardine della letteratura italiana". Nell’arco di 24 ore il caso arriva fino a Roma come uno tsunami. Il ministro Valditara ha già disposto un’ispezione, giudicando "del tutto inammissibile" l’esclusione di Alighieri. Si dice "raccapricciato" da una decisione considerata "demenziale" anche il ministro Salvini. "Eccoli quelli che vogliono distruggere la nostra Italia e la nostra Identità", scrive sui social il candidato generale della Lega alle europee Roberto Vannacci. "Nessuno tocchi Dante", chiede il vicepresidente della Camera di FdI Fabio Rampelli, obiettando che non si possono fare didattiche "ad personam".
"La Divina Commedia è una straordinaria opera letteraria e un pilastro della cultura italiana che deve essere conosciuto e studiato", commenta la responsabile scuola dem Irene Manzi, sostenendo il carattere "universale" di Dante e il valore di "integrazione" dello studio. "Incredula che si possa mettere in discussione lo studio a scuola" dell’opera dantesca anche la deputata dem Debora Serracchiani. "Sarebbe profondamente sbagliato", chiosa la senatrice Simona Malpezzi.
"La sola ipotesi di esonerare degli studenti dal suo studio per motivi religiosi è semplicemente ridicola e contraria al valore superiore dell’opera e dell’arte in generale", incalza per il M5s Gaetano Amato, non senza polemizzare con gli "esponenti politici che strumentalizzano un caso".