Lo scontro tra politica e magistratura non si placa. Ma stavolta non si può dire che a sparare sia solo la politica. Guido Crosetto si presenta in Aula per ripetere quanto ha detto in questi giorni, riservandosi di aggiungere altri particolari quando tornerà in Parlamento, perché le minoranze chiedono un dibattito più ampio sul "dubbio non sciolto". Ovvero: il ministro, parlando di opposizione giudiziaria, voleva mettere le mani avanti rispetto eventuali provvedimenti di magistrati che dovessero coinvolgere membri del governo? È la ’domanda’ dell’interpellanza di +Europa (primo firmatario Benedetto Della Vedova) che ha spinto ieri il titolare della Difesa a dire la sua a Montecitorio. "Sono colpito dal tentativo di mistificazione delle mie parole" avverte, lamentandosi del "plotone d’esecuzione" schierato contro di lui. "Mai parlato di cospirazioni, ho detto ’a me raccontano di riunioni di correnti di magistratura’". Febbricitante, parla a una trentina di deputati, tra cui Elly Schlein e Giuseppe Conte, che ringrazia: "Hanno dimostrato che era vera la loro attenzione; mi è dispiaciuto che tanti di quelli che mi hanno attaccato non ci fossero". Non rinnega niente: sono pronto a confrontarmi con le Camere su "frasi che non considero gravi".
Si spinge sul personale: mi difendo con ciò che faccio e che ho fatto. "Mi hanno detto che sono pazzo e farò la fine di Bettino Craxi". Garantisce: "Non ho mai attaccato e mai attaccherò la magistratura". Poi, però, rilancia il passaggio di un testo letto l’altro ieri in tv da Giorgio Mulè (FI): "C’è un’evidente insofferenza verso l’indipendenza della magistratura e la sua fisiologica costituzionale funzione anti-maggioritaria, a tutela dei diritti fondamentali". Sono dichiarazioni di un magistrato, che il ministro non nomina: "Basta questa frase – dice Crosetto – per aprire una riflessione sul ruolo che, in base alla Costituzione, deve avere la magistratura: far rispettare la legge, non fare da contraltare al governo". La toga è Stefano Musolino, segretario di Magistratura Democratica. Ed è lui a rispondere, ribadendo le frasi dette al congresso di MD a Napoli: "Il ministro non conosce la Costituzione che alla magistratura assegna la funzione di tutelare i diritti fondamentali, anche quando le maggioranze contingenti li mettono in pericolo. Tutte le volte che i governi hanno preteso di ridurre la funzione degli organi di garanzia, si è abbassato il tasso di democrazia". Sottolinea: "Con il presidente Ignazio La Russa, presente all’assise, abbiamo avuto un dialogo franco. L’ho ringraziato con una lettera a cui ho allegato la mia relazione e i documenti del congresso". Dire che queste parole abbiamo lasciato basito Crosetto sarebbe usare un eufemismo. "Sono molto turbato da questa aggressione gratuita e ingiustificata al ministro della Difesa in un momento così complesso e delicato – si sfoga con i suoi. – La replica tanto arrogante quanto offensiva del segretario di MD che fa finta di non capire e stravolge il mio pensiero non può essere spiegata in modo così sbrigativo". L’opposizione affonda la lama: "Dalle sue parole solo complottismo e vittimismo", dice Giuseppe Conte (M5s). Mentre Pd e +Europa l’accusano "di aver confusamente attaccato i magistrati". Tant’è: Crosetto può contare sulla maggioranza che fa muro. Per quanto la premier si sforzi di evitarlo, lo scontro tra poteri dello Stato ci sta tutto, e riguarda concezioni opposte del ruolo della magistratura.
Che le toghe ci mettano del loro si può forse dedurre da un’altra vicenda che coinvolge il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (FdI). Piove sul bagnato: al rinvio a giudizio per la diffusione di carte riservate sull’anarchico Alfredo Cospito, ora si aggiunge il fascicolo aperto a Biella con il reato di diffamazione ai danni del procuratore generale della Corte dei conti del Piemonte, Quirino Lorelli ("Capitan Fracassa della sinistra giudiziaria italiana", lo definì Delmastro). Dopo l’annullamento da parte della Cassazione dell’archiviazione chiesta dal gip, tocca alla giunta per le autorizzazioni a procedere di Montecitorio decidere se Delmastro dovrà affrontare un nuovo rinvio a giudizio. In questo quadro, le chance per Giorgia Meloni di evitare un conflitto si assottigliano. Con una parte della magistratura che ritiene suo compito contrastare la riforma costituzionale su cui lei si è giocata tutto, per quanto la premier potrà continuare a far finta di niente?