Giovedì 16 Maggio 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Il Pd contro gli affari di Casaleggio, M5s in tilt

Dopo il piano innovazione spuntano le consulenze per Moby. Imbarazzo tra i grillini. Zingaretti: fare chiarezza sul conflitto di interessi

Il garante del Movimento Beppe Grillo, 71 anni, con Davide Casaleggio, 43 anni (ImagoE)

Il garante del Movimento Beppe Grillo, 71 anni, con Davide Casaleggio, 43 anni (ImagoE)

Roma, 23 dicembre 2019 - Un milleproroghe ancora in bilico, un piano innovazione che salta per sospetti di conflitto d’interesse e un nuovo caso Casaleggio che deflagra dentro il governo, mettendo ancora fibrillazione nella maggioranza e nelle fila dei 5 Stelle, dove sembra ormai imminente la scissione dei ’contiani’, i senatori grillini vicini al premier Conte. Luigi Di Maio ostenta tranquillità ("Il governo è in sicurezza", dice, sostenendo che sulla revoca delle concessioni "siamo compatti"), ma la realtà parla di ombre pesanti sul futuro dell’alleanza giallorossa. Tanto che Nicola Zingaretti, segretario del Pd, ammette: "Ha fatto bene Franceschini a dire stop al piano innovazione. E se c’è o si paventa un conflitto di interessi di Davide Casaleggio bisogna stare molto attenti".

Il conflitto d’interessi di Casaleggio. Emerso in un’indagine dell’Unità antiriciclaggio della Banca d’Italia, che ha poggiato la lente su "operazioni sospette" che richiedono ulteriori accertamenti. Si tratta di "accordi di partnership" con il sito di Beppe Grillo e una consulenza con la Casaleggio Associati siglati tra il 2017 e il 2019 dalla Moby, la compagnia di navigazione di Vincenzo Onorato. Entrambi gli accordi sono venuti fuori dall’inchiesta sulla Fondazione Open di Matteo Renzi. A quanto risulta, la Moby non ha finanziato solo Open, ma ha stretto contatti anche con il sito e la società che fanno capo ai vertici del M5s. Secondo la ricostruzione, il contratto con la Casaleggio Associati è stato siglato il 7 giugno 2018, con il governo gialloverde appena formato. Ha una durata di 3 anni e l’oggetto è la stesura di un piano strategico e di comunicazione denominato #navigoitaliano, oltre alla gestione di iniziative per "sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo (portatori di interesse, ndr) sulla tematica della limitazione dei benefici fiscali del Registro Internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani". Corrispettivo previsto dal contratto: 600mila euro.

Il secondo contratto è invece quello con la Beppe Grillo srl, titolare del sito beppegrillo.it, di due anni (2018-2019) e prevede un esborso annuo di 120 mila euro per banner pubblicitari. Il sospetto degli inquirenti è che questi accordi rappresentino, in realtà, "il tentativo di sensibilizzare una forza politica di governo a sostenere la campagna per modificare le norme sull’imbarco dei marittimi sulle navi italiane". L’armatore della Moby ieri si è difeso sostenendo di essersi rivolto alla Casaleggio "perché leader in quel settore" e affermando che "quelle pagate alla Casaleggio sono cifre di mercato e non mi aspettavo favoritismi". La questione Moby ha suscitato un vespaio di polemiche politiche partite da Forza Italia, con il senatore Maurizio Gasparri che ha chiesto chiarimenti: "Vogliamo la verità, tutta la verità,non li molleremo per un secondo". Da Iv, poi, è arrivato un vero e proprio siluro con Luciano Nobili: "Un’azienda dà 60mila euro a Open: perquisizioni, accuse, aperture dei Tg. La stessa azienda ne dà poi 600mila a Casaleggio e 240mila al blog di Grillo. Tutti zitti: media proni, giudici silenti".